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Il terremoto in Irpinia, trent’anni dopo per non dimenticare. Guarda lo Speciale Video

23 novembre 1980, trenta anni fa. Alle 19,34 la terra tremò per novanta interminabili secondi portando morte e distruzione in Irpinia. Tremila morti, migliaia di feriti e sfollati, paesi interi diventati macerie. Lioni, Conza della Campania, Teora, Sant’Angelo dei Lombardi, Torella dei Lombardi, Laviano, Calabritto, Senerchia, Balvano, i paesi più colpiti dall’inaspettato.
«Migliaia di morti e famiglie sterminate – commenta il Presidente della Provincia Cosimo Sibiliala nostra provincia è stata la più colpita. Importante l’organizzazione di questi giorni per non dimenticare il dramma che la nostra comunità ha vissuto quella domenica di novembre del 1980. Importante ora la prevenzione, seguire piani regolatori e costruire con sistemi antisismici».
«L’Irpinia è cambiata tantissimo dopo il terremoto – dichiara il vicepresidente della Giunta regionale Giuseppe De Mita -. Trent’anni nella vita di una persona e di una comunità pesano molto. Questo è anche un anniversario simbolico per riflettere su quello che è accaduto e su quanto ha significato anche in termini di prevenzione. Forse più che di eventi avremmo bisogno di una settimana di silenzio, ma è positivo che ci siano tante iniziative per non dimenticare. Una comunità che discute riannoda i fili del proprio passato».
«Tristezza e dolore nel ricordo di questa terribile esperienza – commenta don Gerardo Capaldo -. Il terremoto ci fece riscoprire la solidarietà, il volontariato e l’importanza della vicinanza tra le persone. Tanta gente venne ad aiutarci con rispetto e sobrietà. La ricostruzione è stata positiva non abbiamo quasi più abitazioni fatiscenti. Si sperava che ci fosse anche una ricostruzione delle attività produttive».
Tanti i ricordi che ancora scuotono e rattristano chi al terremoto è sopravvissut. Un’esperienza che in ogni caso ha cambiato la vita di tutti segnando la storia della nostra terra, «avevo dieci anni e ho ricordi pieni, ancora oggi ad ogni piccola scossa torno indietro a quel giorno funesto – racconta l’ingegnere Maurizio Picariello, autore di “Prima che tutto accadesse” -. Un evento che racconto nel mio libro, una storia d’amore che finisce proprio il 23 novembre del 1980». Un’Irpinia profondamente cambiata che, dopo quel giorno, ha avuto più che mai bisogno di aiuto,«il filo di aiuti iniziale si è spezzato – commenta Giuseppe Silvestri presidente provinciale Pro Loco – il Nord deve essere legato al Sud per una vera unità. L’idea di portare il lavoro qui dopo il terremoto non si è realizzata. L’Irpinia è rimasta indietro, dobbiamo puntare sulle nostre peculiarità per uno sviluppo turistico».

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