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Riordino Comunità montane, Giuseppe De Mita: «Dotiamole di competenze». Guarda lo Speciale Video

“Ipotesi di riforma delle Comunità Montane”, è questo il tema dell’incontro che si è svolto ieri sera presso il centro sociale “Pasquale Campanello” di Torrette di Mercogliano (Av).

Alla presenza di numerosi rappresentanti istituzionali e di enti locali, ma anche di moltissimi dipendenti ed operai idraulico-forestali delle comunità montane irpine, è stato fatto il punto della situazione rispetto ad una vertenza che negli ultimi mesi è cresciuta in termini di difficoltà per il mancato pagamento delle spettanze arretrate ed anche per una condizione di incertezza che sembra investire l’intero comparto e l’intera governance della montagna in Campania.

Dopo i saluti del sindaco di Mercogliano, Massimiliano Carullo, ci sono stati gli interventi di Mario Marino, Presidente della Comunità Montana Terminio Cervialto, di Giuseppe Di Milia, Presidente della Comunità Montana Alta Irpinia, di Tommaso Saccardo, Presidente delle Comunità Montana Partenio – Vallo Lauro, di Carlo Colarusso, segretario regionale della Fai Cisl, e dell’onorevole Pietro Foglia, consigliere regionale dell’Unione di Centro.

Le conclusioni sono state affidate all’onorevole Giuseppe De Mita, Vice Presidente della Giunta Regionale della Campania.

“Quella di stasera – ha commentato Massimiliano Carullo, primo cittadino di Mercogliano – rappresenta la conferma di un’assunzione di responsabilità da parte di una forza politica che vede nel Vice Presidente Giuseppe De Mita il suo riferimento istituzionale. Vogliamo concorrere alle migliori soluzioni per dare speranza alle comunità montane che rappresentano un riferimento certo per la tutela del territorio”.

A seguire l’analisi di chi è impegnato sul campo e che da vicino vive le difficoltà che oggi incontrano le comunità montane.

“Negli anni – ha esordito Giuseppe Di Milia, presidente della comunità montana Alta Irpinia – abbiamo raggiunto il traguardo della stabilizzazione che ha dato certezza di uno stipendio a circa duemila lavoratori. Adesso però ragioniamo d’altro, di uno Stato centrale che pensa di tagliare finanche le tredicesime alle forze dell’ordine. La Regione Campania finora ha trasferito quasi il trenta per cento delle risorse rese disponibili e finora siamo andati avanti con le anticipazioni. Chiediamo al consiglio regionale di farsi carico di questo problema. Così come chiediamo all’Uncem di realizzare con maggiore nettezza quale fase di difficoltà stiamo vivendo”.

“La situazione è davvero drammatica – ha iniziato così il suo intervento Mario Marino, presidente della comunità montana Terminio Cervialto – Oggi si mette anche in discussione l’esistenza stessa delle comunità montane. Per me devono esistere, ma adeguandone i compiti e le funzioni alle moderne esigenze. La nostra è una montagna povera, ma nel nostro contesto salvaguardare la montagna significa salvaguardare tutta l’Irpinia. Bisognerebbe tornare ad avere quelle funzioni che ci sono state tolte con il tempo”.

“La legge regionale del 2008 – ha dichiarato Tommaso Saccardo, presidente della comunità montana Partenio – Vallo Lauro – rappresenta la peggiore delle riforme ipotizzabili. Una riflessione più ampia è necessaria prima di commettere qualche altro errore. Nell’immediato è necessario sbloccare i fondi, questo come priorità del momento. A più ampio raggio, invece, il confronto è necessario, anche ascoltando i territori, come non è accaduto nel 2008 rispetto alla legge presentata allora dall’onorevole Valiante”.

Novità dal consiglio regionale e dalla commissione bilancio sono state portate all’attenzione della platea da Pietro Foglia, consigliere regionale dell’Udc.

“Abbiamo affrontato già in altre occasioni – ha dichiarato – il problema della legge di riordino. Le ipotesi sono molteplici. Certo è che dovremmo arrivare ad una legge che affronti la questione dal punto di vista strutturale. Il riferimento normativo di oggi non stabilisce le funzioni specifiche delle comunità montane”.

Inoltre, Foglia ha dato notizia dell’emendamento presentato ed accolto per risolvere la questione delle spettanze arretrate del personale cosiddetto “amministrativo” degli enti montani, una vicenda che in Irpinia interessa circa 150 unità lavorative. A breve ci potrà essere, dunque, lo sblocco dei fondi.

In chiusura il Vice Presidente della Giunta Regionale della Campania, Giuseppe De Mita.

“Non vorrei che mutuassimo un atteggiamento, quello che si interviene rispetto ad una vicenda, ad una difficoltà con l’intento di autocelebrarsi. Come a far passare il messaggio che il non intervento rappresenti la normalità. Certo è che in questa vicenda la cronologia degli eventi dice che le responsabilità vanno ascritte in maniera più articolata. Il ragionamento dovrebbe essere più sistemico. Bisogna partire dalla situazione esistente che ha una sua radice storica. Non è per distrazione che non si pagano gli stipendi, c’è una difficoltà oggettiva”.

Archiviata la questione relativa al 2010 – a breve ci sarà la disponibilità della restante parte dei 111 milioni di euro in precedenza impegnati per le comunità montane – bisognerà pensare al futuro. E la logica che il Vice Presidente De Mita intende affermare è quella della sostenibilità locale come stella polare nella riorganizzazione dei servizi pubblici.

“Non abbiamo voluto fare – ha continuato – e questo è uno dei meriti che andrebbe ascritto a questa giunta regionale, del giustizialismo politico. Ma abbiamo la necessità di avviare un riordino del sistema”. E lo schema che l’onorevole De Mita immagina passa per tre step: “Bisognerà individuare le funzioni. A seguire certificare la copertura economica. E, infine, individuare il soggetto istituzionale che può svolgere le funzioni in oggetto. E’ l’unica strada percorribile per uscire dall’empasse di oggi”.

Dunque, una riforma che sia strutturale e che ascolti il territorio. E’ questo un suggerimento che l’onorevole De Mita dà al tavolo tecnico che già si è istituito presso la Regione Campania. E cioè quello di ascoltare i presidenti oggi in carica e quei soggetti che sul campo hanno maturato esperienza sul terreno della governance della montagna.

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