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As Avellino, Walter Taccone: «Notizie false, le mie quote non sono in vendita»

taccone«Manterrò fede agli impegni presi con i tifosi, con me il calcio ad Avellino non finirà. Non ho nessuna intenzione di lasciare la società. Il 28% delle quote non è in vendita», così Walter Taccone smentisce categoricamente l’articolo apparso questa mattina sui quotidiani locali. Presente alla conferenza stampa organizzata questo pomeriggio nella sala riunioni della Clinica Santa Rita di via Appia, solo la famiglia Taccone, «ho telefonato ai soci per invitarli qui ma nessuno ha risposto – dichiara Massimiliano Taccone, amministratore delegato della società biancoverde -. Voglio subito chiarire quanto letto sui giornali: chi ha scritto quell’articolo non sa nemmeno come si amministra una società formata da un Consiglio d’Amministrazione che nomina l’amministratore delegato. Vogliono delegittimare il mio ruolo. Non riesco a capire a chi dà fastidio il mio operato. Stiamo sfiorando il ridicolo, oggi ho avuto la solidarietà di molti tifosi. Poi ci lamentiamo che allo non viene nessuno, io nemmeno ci verrei in questa situazione». A seguire tacconeinterviene il padre Walter, «mio figlio fa l’amministratore delegato in maniera ottimale, sistemando situazioni incancrenite della gestione precedente. Stiamo pagando ancora debiti dello scorso anno e non l’annualità corrente. Se questi signori decidessero di cambiare l’amministratore delegato farò fronte ai miei impegni in riferimento alla quota societaria. Il sindaco Galasso scelse la cordata Taccone per portare avanti il nome dell’Avellino. Non mi sono mai tirato indietro e tutti erano contenti, Federazione e banche hanno fiducia in questo nome. Io non ho bisogno di apparire, non ne ho necessità. Ho scelto il calcio e anche il basket per il bene della città, nonostante mi avessero avvisato delle insidie dell’ambiente. Per quanto riguarda gli altri soci, come in una normale famiglia, esistono pareri differenti che non condivido ma accetto. Non mi fido di quello che dicono, se ci sarà da fare battaglia non lascerò feriti sul campo». In riferimento all’articolo apparso sulla testata locale aggiunge, «non mi sarei mai aspettato che un tacconegiornalista potesse scrivere una corbelleria così grande. L’ingegnere Angelo D’Agostino ha smentito categoricamente quanto scritto, non ha nessuna intenzione di rilevare le mie quote, tra l’altro non in vendita». L’imprenditore precisa anche la sua posizione su questioni prettamente tecniche: «le partite si vincono con i giocatori e non con i soldi. La squadra è stata costruita dal direttore sportivo Nicola Dionisio, l’allenatore Sasà Marra lavora con il materiale a disposizione, io ero con lui quando è stato contestato e non potevo prendere posizioni diversa se non sostenerlo. Non ho niente contro il diesse anche se avrei fatto scelte differenti, non esiste nessuna rivalità. Il 30% degli stipendi li paga la famiglia Taccone, vogliamo essere lasciati in pace per lavorare in tranquillità». La situazione è cambiata rispetto agli anni scorsi continua Taccone, «stiamo aumentando i nostri sforzi economici. Esiste il problema dello Stadio ma i miei soci hanno sempre mandato indietro questo discorso. Se non si ottempera al pagamento, il sindaco potrebbe arrivare a decisioni drastiche. Non sarà certamente responsabilità dell’amministratore delegato perché ha cercato più volte di risolvere la questione con i soci. Non abbiamo interesse a comprare il 3% delle quote, ma c’è la volontà di investire denaro per raggiungere una maggioranza consolidata».

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