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Caldoro inaugura la Città ospedaliera «polo d’eccellenza nel Mezzogiorno». Sibilia: provincia penalizzata

Pubblicato in data: 19/12/2010 alle ore:10:02 • Categoria: AttualitàStampa Articolo

«La Città Ospedaliera di Avellino è un progetto di alta qualità e di sanità moderna che guarda al futuro». A parlare è il presidente della Regione Stefano Caldoro intervenuto ieri mattina al taglio del nastro della struttura di contrada Amoretta «polo d’eccellenza nel Mezzogiorno realizzata in tempi europei, merito della caparbietà irpina». L’inaugurazione segna il punto di partenza del nuovo Piano Sanitario regionale in provincia. Un piano più volte finito sotto accusa proprio in Irpinia.
Ma il governatore, dinanzi ad una folta platea nell’aula convegni, chiarisce che non si può tornare indietro e fa perciò appello al «senso di responsabilità», di amministratori e cittadini. «Non dobbiamo parlare di tagli, ma di razionalizzazione degli sprechi. L’obiettivo è una sanità di qualità. Non è importante avere l’ospedale vicino, ma quello giusto che riesce a curarti e bene».
Sul deficit della sanità in Campania, per il governatore pesano la mobilità passiva e i mancati trasferimenti dal Fondo sanitario nazionale. «Non possiamo perdere 300 milioni di euro l’anno perché i nostri cittadini continuano a farsi curare all’estero o in altre regioni, e altri 500 milioni l’anno per mancati trasferimenti dal fondo nazionale sanitario. E questo perché l’indice sul quale si calcola il trasferimento e quello della popolazione anziana. E la Campania è la regione più giovane. Per questo stiamo lavorando all’aggiornamento di tali indici».
citta-spedaliera-ingressoUn piano sanitario quindi che punta all’alta qualità e poli di eccellenza ma che non si tocca, come ribadito anche dal sub commissario Giuseppe Zuccatelli, che nel suo intervento spegne ogni speranza per l’ospedale di Bisaccia. «Non chiudiamo nulla ma facciamo delle trasformazioni – ha spiegato Zuccatelli -. Per gli ospedali dell’Alta Irpinia è fondamentale che strutture come Bisaccia abbiano una funzione di presidio intermedio e che non necessariamente debbono avere le dimensioni ospedaliere. Devono invece fare da filtro a strutture di grande complessità come la città ospedaliera. Se non ci fossero quelle strutture intermedie, l’azienda ospedaliera di Avellino sarebbe immediatamente intasata. Ma non possiamo chiamare ospedali delle strutture che non hanno tutte quelle complessità tecnologiche e quelle competenze professionali che ha la città ospedaliera di Avellino, che invece è un’eccellenza perché ha queste caratteristiche». Per Zuccatelli quindi «Bisaccia continuerà a svolgere il 90% della sua attività. Noi non mortifichiamo nessuno, anzi qualifichiamo e ammoderniamo e diamo una maggiore responsabilità al settore».
sibilia-de-mitaMa il presidente della Provincia, Cosimo Sibilia, invita il sub commissario ad un riflessione ulteriore e a fermare i tagli degli ospedali in Alta Irpinia. Nel suo discorso il numero uno di Palazzo Caracciolo evidenzia le dure ripercussioni che il piano regionale riserva alle strutture dell’Alta Irpinia, rimarcandone l’importanza strategica quali unici presidi indispensabili in un territorio così vasto e lontano dal capoluogo. «Bisogna riflettere – ha detto Sibilia – non si può affidare il destino di queste comunità a viaggi delle speranza quando si tratta di salute. Dobbiamo puntare ad una sanità a chilometri zero. Perciò faccio mio l’impegno di promuovere a gennaio un’iniziativa con tutti gli attori del comparto sanitario, gli amministratori ai vari livelli istituzionali, i politici, al fine di creare un’azione sinergica di cogestione che, consapevole delle contingenze e delle difficoltà, realizzi un percorso finalizzato alla ricerca di una soluzione ottimale per le popolazioni dell’Irpinia».
panoramica-autoritaDal convegno arriva anche un’altra conferma, lo sblocco del turnover che permetterà all’azienda Moscati di reperire nuove risorse, tra medici ed infermieri, a partire dal prossimo anno. «Abbiamo lavorato – ha affermato il senatore Raffaele Calabrò per creare le condizioni per avere dal Ministero un’apertura sul turnover. Lo sforamento del bilancio negli anni passati ha bloccato ciò. L’operazione virtuosa di risanamento ha consentito di ottenere lo sblocco». Tocca poi a Giuseppe de Mita, vice presidente della Giunta regionale, per il quale «nessuno può rivendicare in esclusiva la realizzazione della struttura, perché è stato il frutto del lavoro di tante persone che ci sono e che non ci sono più. Quando fu pensata l’apertura del polo ospedaliero doveva essere un punto di arrivo dell’organizzazione sanitaria nella nostra provincia. Ma non è più così. Oggi è il punto di partenza». Tra i saluti quelli del sindaco Pino Galasso che «da medico è come un sogno che si realizza. Un’eccellenza nel Mezzogiorno. Certo restano dei punti critici da risolvere e migliorare come viabilità e parcheggi. A Caldoro chiedo di non lasciarci soli per migliorare questa parte della città, un tempo periferia e oggi centrale».
zuccatelli-de-mitaPoi il brindisi finale nella piazza centrale. A margine dell’incontro, anche dal segretario provinciale della Cisl, Mario Melchionna esprime soddisfazione: «Finalmente dopo tanti anni, tra polemiche e controversie, grazie alla sinergia tra le Istituzioni e l’importante ruolo svolto dalle Parti Sociali è stata portata a termine l’opera».

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