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Ospedaletto, rinviati a giudizio per favoreggiamento tre dei trenta fortunati vincitori del Superenalotto

Ospedaletto d’Alpinolo. Rinviati a giudizio per favoreggiamento tre dei trenta fortunati vincitori del Superenalotto che nel gennaio del 2008 portò nel piccolo centro di Ospedaletto una vincita straordinaria di ben 33 milioni e 500mila euro. Un jackpot da record che non passo inosservato, soprattutto agli occhi della camorra che subito dopo rintracciò i vincitori a cui chiedere il pizzo, così come accertato da una meticolosa indagine dei carabinieri del nucleo investigativo. Ieri nell’aula del giudice delle indagini preliminari di Napoli, Pietro Carola, su richiesta del pm della Dda Francesco Soviero, i tre fortunati vincitori, assistiti dall’avvocato Nello Pizza, sono stati rinviati a giudizio. La data dell’inizio del processo è stata fissata per il 21 settembre dinanzi ai giudici del tribunale di Avellino. Per i tre l’accusa è di favoreggiamento, aggravata dall’articolo 7. I tre, appartenenti ad una famiglia di commercianti, avrebbero subito dopo la vittoria al Superenalotto una serie di minacce. Il clan Genovese, stando alle indagini dei carabinieri, avrebbe preteso da ogni vincitore una somma di quarantamila euro. Le tre persone ieri rinviate a giudizio avrebbero ricevuto le prime minacce attraverso l’invio di lettere contenenti proiettili. Decisero di denunciare tutto ai carabinieri. I militari, coordinati dal capitano Massimo Fittizio, avuto riscontro di quanto denunciato, avviarono l’inchiesta. Un pacco venne intercettato all’ufficio postale del paese con all’interno l’ennesimo bossolo e in seguito alle intercettazioni, gli inquirenti evitarono un attentato dinamitardo ai danni di uno dei tre ieri rinviato a giudizio. Da quel momento però l’atteggiamento dei tre vincitori subì un repentino cambiamento: decisero infatti di negare ogni tipo di minaccia, anche quando il figlio di uno di questi fu prelevato fisicamente dalla sua auto e portato al cospetto del boss e qui minacciato di morte. Tutto è stato portato alla luce grazie all’indagine dei carabinieri del nucleo investigativo di Avellino, che nel frattempo avevano collocato una serie di microspie nell’abitazione dei tre vincitori. Per l’estorsione ai danni dei vincitori del Superenalotto di Ospedaletto, sono stati già condannati tre imputati.

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