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Provincia di Avellino unita contro la soppressione: “Gli sprechi sono altrove”

Abolizione delle Province, maggioranza ed opposizione votano insieme a Palazzo Caracciolo (foto) il documento nazionale dell’Upi, contro la soppressione, insieme ad un’integrazione voluta dalla minoranza. Un Consiglio provinciale monotematico, quello svoltosi questa mattina a Palazzo Caracciolo, che sulla scia della mobilitazione promossa da oltre 100 amministrazioni provinciali ha ribadito “l’incostituzionalità” delle disposizioni contenute nel decreto che le sopprime, come previsto dal titolo V della Costituzione. Per contro, nel documento dell’ Unione delle Province Italiane si chiedono una razionalizzazione degli enti in ambito regionale, mantenendo saldo il principio della rappresentanza dei territori, una ridefinizione delle competenze delle Province, le cui funzioni dovranno essere esclusivamente quelle di area vasta, e soprattutto l’eliminazione di tutti gli enti intermedi strumentali (agenzie, società, consorzi). Accanto a questo, si sottolinea la necessità di istituire Città metropolitane “come enti per il governo integrato delle aree metropolitane”, avviare il riordino delle amministrazioni periferiche dello Stato e la destinazione dei risparmi conseguiti con il riordino degli enti di area vasta ad un fondo per rilanciare gli investimenti degli enti locali.
Fondamentale, a tale scopo, sarà l’approvazione di una norma che superi il commissariamento delle Province, che dovrebbe partire nella prossima primavera, l’approvazione della Carta delle Autonomie, e la rapida approvazione delle proposte di riforma costituzionale depositate in Parlamento sul riordino di Province e Città Metropolitane.
Con le relative differenziazioni, gli esponenti di maggioranza e minoranza hanno condiviso sostanzialmente questi indirizzi. “Non ci interessa conservare un ectoplasma con 10 consiglieri nominati – ha spiegato il capogruppo del Pdl, Franco di Cecilia-. Siamo disponibili anche al dimezzamento delle nostre indennità pur di conservare questo presidio di democrazia. Anche se è noto che il costo totale dell’amministrazione è pari a quello di due consiglieri regionali. Di questo stiamo parlando”.
Simile il punto dell’opposizione, con il capogruppo Alberta De Simone (Pd): “L’unica strada per l’abbattimento dei costi della politica – ha spiegato – è un complessivo riordino istituzionale. Se invece si esauriscono le idee e la passione politica finisce la stessa democrazia”.

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