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Arresto al Vaticano, don Vitaliano: “Difendo il maggiordomo del Papa, non versate l’8×1000 alla Chiesa”

Pubblicato in data: 27/5/2012 alle ore:14:47 • Categoria: AttualitàStampa Articolo

Da alcuni anni, dopo l’incardinamento della diocesi di Montevergine in quella di Avellino, don Vitaliano Della Sala svolge la funzione di amministratore parrocchiale della chiesa dei Santissimi Pietro e Paolo di Mercogliano, la cittadina ai piedi del famoso santuario mariano dove è nato 49 anni fa. Anni nei quali il sacerdote no global, zapatista, disobbediente, che alla fine degli anni Novanta fece sventolare per mesi la bandiera di Cuba sul campanile della chiesa di San Giacomo Apostolo per protestare contro l’ennesimo embargo decretato dagli Usa al regime di Fidel Castro, è uscito dai riflettori mediatici impegnandosi prevalentemente nelle quotidiane incombenze della chiesa affidatagli dal vescovo di Avellino, monsignor Francesco Marino. Un profilo basso rispetto al passato che non gli ha impedito, in sintonia con il suo vescovo, di schierarsi al fianco delle tante vertenze che in questi anni, anche in provincia di Avellino, hanno prodotto diverse centinaia di disoccupati. Don Vitaliano non ha avuto dubbi a dichiarare solidarietà a Paolo Gabriele, il “maggiordomo” di Benedetto XVI arrestato giovedì pomeriggio con l’accusa di essere uno dei “corvi” della cosiddetta Vatileaks. “E’ finito schiacciato – dice all’ANSA – tra chi chiede una Chiesa che non sia una sorta di super potenza, con le articolazioni e l’organizzazione proprie di una super potenza, e quanti vogliono una chiesa altra, evangelica, riformata, essenziale e povera”. E annuncia una iniziativa destinata a far discutere: “A cominciare da domani, nella omelia domenicale inviterò i miei parrocchiani ad astenersi dal versare l’otto per mille alla Chiesa cattolica. Preti e laici, la Chiesa che sta in basso, non hanno alcuna voce in capitolo, la loro ansia di rinnovamento spirituale che chiedono anche e soprattutto alla Chiesa che sta in alto, non viene ascoltata. Dunque, non resta che astenersi dal sostenere chi si dimostra sordo e distante”. Don Vitaliano si augura anche che Benedetto XVI, “a parte lo sconcerto, colga questi avvenimenti come segni della Provvidenza e, come ci insegna la Pentecoste con la discesa dello Spirito Santo, colga queste vicende come l’occasione per la Chiesa di volgere al bene ciò che si è presentato con le caratteristiche del male”. Secondo il sacerdote, la pubblicazione dei documenti riservati del Papa “coinvolge in modo del tutto marginale la comunità dei fedeli ma interroga soprattutto l’organizzazione statuale del Vaticano. Lo scontro tra progressisti e conservatori non si è mai fermato dentro le mura leonine e non é un caso che quattrocento sacerdoti austriaci abbiano firmato l’appello per una Chiesa che sappia essere in osmosi con la sua comunità, che si allarghi ai laici che la sostengono. Fino a quando le distanze tra base e vertice saranno quelle che conosciamo, la Chiesa di Roma e quella che vive ogni giorno nel mondo finiranno per allontanarsi sempre di più“.

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