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Apparizione del volto di Padre Pio, Don Vitaliano:”Credenti e non creduloni, la creduloneria popolare non va confusa con la fede”

Credenti e non creduloni. Don Vitaliano sacerdote della Parrocchia Santi Pietro e Paolo nel borgo medievale di Capocastello si pone con un atteggiamento di illuminato scetticismo di fronte alla apparizione della immagine virtuale di San Pio sulle mura dell’edifcio adiacente la chiesa di San Modestino a Mercogliano. E’ una posizione che raffredda un pò l’ardore religioso di questi giorni che ha catalizzato tanti fedeli un pò da tutta la Provincia. La sua è una analisi ragionata: «Mi chiedo quale sarebbe il messaggio divino che si legge in questo tipo di avvenimento. La creduloneria popolare non va confusa con la fede, una manifestazione sacra attraverso un intonaco macchiato vorrebbe dire che Dio si sta divertendo con noi. Non si può essere ambigui. Se guardo le nuvole, o l’intonaco della mia chiesa anch’io potrei intravedere delle facce. La fede è una altra cosa. Si crede e basta. Non è il miracolo che provoca la fede. Se ho fede avviene il miracolo. Pregare fa bene, certo, e tutto quello che porta alla preghiera è positivo – afferma Don Vitaliano -. Ma la preghiera deve anche stimolare ad una vita diversa, fatta di amore per gli altri, di solidarietà. Quando chiedo aiuto a qualcuno per il volontariato, per distribuire i pacchi alimentari, ricevo sempre poche risposte, ed è solo quando succedono di questi eventi che la gente riscopre la fede». Ma Don Vitaliano non è contro ai miracoli e ricorda un avvenimento “soprannaturale” avvenuto quando era parroco a San Angelo a Scala. «C’era una ragazza di Frattamaggiore che aveva un tumore – racconta -. Degli amici di San Angelo a Scala gli portarono un pò dell’acqua di San Silvestro che sgorga da una piccola sorgente sull’omonimo monte. E’ ritenuta miracolosa per le malattie della pelle. Già in tempi medioevali i devoti pellegrini affetti da malattie della pelle scalavano il monte per raggiungere la grotta. Comunque, la sera la ragazza fu lavata con quest’acqua e già il giorno dopo quando fu portata a Bologna per gli accertamenti, dagli esami risultò che era guarita, il tumore era scomparso. Fatto inspiegabile anche per i medici. Ciò che mi ha colpito in questa storia non è il miracolo in se ma come la famiglia della ragazza ha affrontato la cosa. Cioè senza spettacolarizzazione, senza clamore. E poi a volte, dietro alcune eclatanti manifestazioni, si nascondono delle truffe o scherzi, come è successo, ho sentito, un pò di anni fa ad Atripalda, un crocifisso, l’ecce homo che sanguinava. Era però truccato con una pompetta. Voglio dire, – è la conclusione di Don Vitaliano – che la fede andrebbe vissuta con più sobrietà, intimamente e senza correre dietro a miracoli o apparizioni».

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