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Funicolare, lettera aperta delle associazioni mercoglianesi al vice Ministro alle Infrastrutture Enzo De Luca

Pubblicato in data: 11/1/2014 alle ore:15:12 • Categoria: AttualitàStampa Articolo

funicolareA seguito delle diverse iniziative tese a richiamare l’attenzione delle Istituzioni e della Comunità Mercoglianese sul tema della riapertura della funicolare Mercogliano-Montevergine, le Associazioni «Mercogliano Mia», «Gruppo Mercuriales», Misericordia del Partenio, «Sogni Ferrati» e altri liberi cittadini hanno deciso di unire le proprie forze ed alzare il livello di attenzione scrivendo una lettera aperta al Vice Ministro delle Infrastrutture, on. Vincenzo de Luca.

Nella lettera, ricordando la storia della funicolare e ripercorrendo le vicende che ne hanno determinato la chiusura, le associazioni chiedono al Vice Ministro un suo autorevole intervento per la riapertura dell’impianto.

APS Mercogliano Mia – Pres. Moreno CORRADO

Gruppo Mercuriales – Pres. Mario MANZO

Misericordia del Partenio – Pres. Luca DE ANGELIS

Sogni Ferrati – Pres. Gioacchino ACIERNO

 

Lettera Aperta

Onorevole Vincenzo De Luca

 

L’idea di scrivere questa lettera aperta ad un uomo politico, nasce dalla necessità di interessare un interlocutore credibile e competente, non tanto per la carica rivestita – Viceministro delle Infrastrutture –, ma soprattutto per quanto concretamente progettato e realizzato; nel suo caso, tutto ciò che è stato realizzato nella Città di Salerno nel corso degli ultimi venti anni.

Tutti ricordiamo, in ultimo, la recente attivazione della Metropolitana, unica presente in una città non capoluogo di Regione, contro ogni aspettativa e con la contrarietà di ampia fetta dei critici di professione e della politica “napolicentrica” storicamente presente in Regione Campania.

Analogamente speriamo che contro ogni aspettativa Lei possa intervenire per salvare e riaprire la funicolare Mercogliano-Montevergine.

La storia che Le vogliamo raccontare ha radici antiche, che si perdono nella memoria della comunità irpina, quando, agli albori delle comunità monastiche, fu fondato il Santuario di Montevergine, per opera di San Guglielmo da Vercelli nell’Anno Domini 1.119.

Ovviamente intendiamo riferirci alla realizzazione del monastero ed alla contestuale nascita del turismo religioso ante litteram che, con il passare dei secoli, portò all’esigenza di costruire una più adeguata infrastruttura di collegamento tra la valle (Mercogliano) ed il monte (Montevergine).

Le prime idee presero corpo alla fine dell’ottocento per volontà di un abate illuminato (Guglielmo De Cesare) ed un illustre architetto (Oscar Du Mesnil), ma si concretizzano soltanto settanta anni dopo per la ferrea volontà sempre di un abate (mons. Ramiro Marcone) e di un illustre settentrionale: il conte di Cervinia l’ing. Dino Lora Totino, già costruttore del traforo del Monte Bianco e della funivia del Cervinio.

La funicolare Mercogliano-Montevergine, realizzata col contributo dei migliori tecnici e delle maestranze dell’epoca, fu inaugurata il 23 giugno del 1956 e da allora molti fedeli e turisti, non solo campani, ne hanno potutto apprezzare l’efficienza e la comodità (soli 7 minuti per portarsi fino ai 1260 metri slm) oltre che l’arditezza tecnica (inclinazione di 66° sull’orizzontale e dislivello superato di 734 m).

Purtroppo tutto ciò non è valso a salvare l’opera dagli indiscriminati tagli ai trasporti che hanno portato, dal 13 ottobre 2012, alla chiusura dell’impianto ed alla sua ormai certa definitiva dismissione; Infatti, nonostante le risposte di circostanza formulate in diverse occasioni dalle Autorità interessate e dal gestore dell’infrastruttura (società AIR SpA di proprietà della Regione Campania), la verità che traspare è quella di chiudere definitivamente la storica funicolare approfittando delle motivazioni tecniche – autorizzazioni USTIF – e costo degli adeguamenti di legge.

E’ evidente che una infrastruttura ed un servizio del genere appena descritto non devono trovare, a nostro avviso, la giustificazione nel solo bilancio del trasporto pubblico (seppure i costi di gestione della funicolare in oggetto sono stati storicamente inferiori ad analoghi servizi su ferro) ma vanno inquadrati in una più ampia visione di sviluppo del territorio e del turismo che, soprattutto nell’attuale congiuntura, debbono essere stimolati e potenziati per poter rappresentare un volano economico, soprattutto per le aree interne del territorio.

Nella speranza di un suo fattivo interessamento, che porterebbe sicuramente ad una definitiva chiarezza sulla vicenda della Funicolare di Montevergine, le porgiamo i nostri

 

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