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Scomparsa Gianluigi, il criminologo Milone a 3 mesi dall’allontanamento: “Quadro psicologico normale, scientificamente non c’è alcun indizio che possa far pensare al peggio”

gianluigi russo 1«Non è apparso alcun segno di pericolo grave, quello di Gianluigi Russo è un quadro psicologico normale, scientificamente non c’è alcun indizio che possa far pensare al peggio», questi alcuni degli elementi emersi dall’analisi grafologica effettuata dal criminologo e grafologo giudiziario Massimo Milone chiamato ad occuparsi del caso del 25enne scomparso da Torelli di Mercogliano dallo scorso 18 ottobre dall’Istituto di investigazioni private «CIA» di Sergio D’Amore. Oggi sono esattamente 3 mesi di cui non si hanno più notizie di Gianluigi nonostante la perlustrazione dell’intera montagna di Montevergine, luogo in cui è stata ritrovata la sua auto, e delle zone limitrofe arrivando fino nel salernitano dove più volte il giovane sarebbe stato avvistato. «Non è emerso nulla di utile nemmeno dall’analisi del computer e del cellulare effettuate dai Carabinieri – afferma sempre più disperata e provata la madre Anna Iandolo non so più cosa pensare, Gigi ritorna presto a casa». «Dall’analisi della scrittura emergono importanti elementi sulla personalità e sulla psicologia di un individuo – spiega Milone dopo aver analizzato al grafia di Gianluigi grazie ad alcuni appunti universitari provenienti dalla sua scrivania – si entra nella testa delle persone per poi poterne capire il comportamento e ricostruirne la vita attraverso un esame criminologico dal valore scientifico». L’autopsia psicologica, così come è definita in gergo tecnico, aiuta infatti a chiarire le cause dei comportamenti umani compreso quello dell’estremo gesto: «questa ipotesi non è credibile, fortunatamente non ci sono elementi a supporto – continua il consulente del Tribunale di Napoli –. Il mio compito è quello di fare domande a familiari e amici per poi cercare di trarre elementi utili per avere un indirizzo preciso». Nei prossimi giorni saranno consegnate le due relazioni conclusive al Comando Provinciale dei Carabinieri di Avellino e alla famiglia del giovane: «Un’analisi scientifica che porterà degli elementi in più al vaglio degli inquirenti – conclude – un aspetto che potrebbe dare una svolta significativa alle indagini». Secondo l’istituto privato avellinese, il giovane, quindi, è vivo e si sarebbe allontanato da casa volontariamente anche se ancora non è stato chiarito il motivo che lo avrebbe spinto ad andare via senza dire una parola ai familiari: «stiamo approfondendo l’ambito familiare e amicale del giovane per cercare di immedesimarci nella sua vita e – afferma D’Amore – venire a conoscenza del motivo alla base dell’allontanamento». Insomma dopo 90 giorni di buio si continua a scavare nella vita di Gianluigi: «non siamo al punto di partenza – afferma l’investigatore privato chiamato dalla famiglia Russo -, abbiamo colto un segnale forte che viene da più direzioni e cioè che è vivo e stia attraversando un periodo di disagio personale che potrebbe averlo spinto ad andare via probabilmente con l’aiuto di qualcuno». Se la direzione delle ricerche dovesse rivelarsi corretta si avvalorerebbe l’ipotesi iniziale avanzata dalla madre Anna Iandolo convinta fin dal primo momento che il figlio sia vivo ma che non si sia allontanato per sua volontà e che sia, quindi, in compagnia di qualcuno che gli impedirebbe di entrare in contatto con la famiglia e di tornare a casa. «Siamo sempre vicini alla famiglia Russo che sta vivendo questo dolore con grande dignità e – conclude il sindaco Massimiliano Carullolo saremo finché Gianluigi non farà ritorno a casa».

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