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Il Comune di Avellino sospende le attività della Malzoni, pronto il ricorso al Tar

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Il Comune di Avellino, con un provvedimento dirigenziale, ha indicato in due mesi la chiusura della Malzoni. La clinica secondo le indicazioni dell’Asl di Avellino non ha i requisiti di accreditabiltà al sistema sanitario nazionale. L’ente di Palazzo di Città ha deciso, nel frattempo che la clinica dovrà essere chiusa non disponendo dei requisiti necessari allo svolgimento del’assistenza.Dal Comune la decisione in virtù: “della carenza di requisiti minimi strutturali, tecnologici, organizzativi e l’assenza del titolo autorizzativi, la chiusura della struttura a tutela della salute pubblica“. Lo scorso 12 febbraio la nota dell’azienda sanitaria proponeva la chiusura della casa di cura privata. Di fatto secondo l’Asl non sussisterebbero i requisiti minimi strutturali tecnologici, impiantistici e organizzativi previsti dal dgrc 3958/2001.
E così ieri pomeriggio i sindacati Cgil, Cisl, Uil, Ugl con i lavoratori della struttura hanno protestato presso il Palazzo di Città di Piazza del Popolo, durante lo svolgimento del Consiglio comunale, per manifestare il loro sgomento e chiedere un incontro con Sindaco Foti.
La temporanea sospensione dell’esercizio dell’attività sanitarie della Casa di Cura Malzoni Villa dei Platani arriva dopo 60 anni di storia sanitaria d’eccellenza in Campania e in Europa. Un provvedimento che è destinato a provocare dure reazione da parte dall’azienda. “Dovremo affidarci per l’ennesima volta alla giustizia amministrativa per far rivalere i nostri diritti. Presenteremo ricorso al TAR con immediata richiesta di sospensiva a questa determina – afferma l’amministratore delegato Raffaele Ianuale, che prosegue – l’ASL ci ha, invece, notificato il 5 febbraio l’avvio di un nuovo procedimento per la verifica dei requisiti igienico-sanitari e ha concesso 30 giorni all’azienda per eventuali controdeduzioni“.
Nelle prossime ore si riunirà il CdA presieduto dal prof. Carmine Malzoni e la società annuncia, ora più che mai, di essere pronta a qualsiasi atto pur di difendere la dignità, il lavoro e la credibilità di tre generazioni di lavoratori che hanno dato lustro alla città ed ad una intera regione. La Malzoni occupa ,ad oggi, 360 lavoratori tra personale medico, paramedico ed amministrativo con ben oltre 200 unità di indotto che si vedrebbero scippati, a questo punto, del proprio lavoro da un giorno all’altro senza nessuna crisi ne economica ne finanziaria dichiarata, ma con una decisione di un Dirigente comunale. Le attività sanitarie, per ora, non subiranno nessuno stop e proseguiranno regolarmente. L’azienda, tra l’altro, intende rassicurare anche il personale dipendente riguardo il pagamento delle spettanze arretrate che arriveranno nelle prossime ore nella misura del 50% del dovuto.

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