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Consulta giovanile, la nota di Modestino Valente (Sel): “Strumento superpartes invocato da anni da costruire democraticamente tramite assemblea pubblica”

Municipio Comune Mercogliano 4Sono dieci anni che si reclama la costituzione della consulta giovanile. Ma sono oltre venti che lo Statuto Comunale prevede le Consulte di settore e Forum Giovanili, art 14 bis. Allora, nella primavera del 1990, quattro consiglieri comunali comunisti e verdi, proposero e fecero approvare questa ed altre norme statutarie per allargare gli spazi di democrazia. Dopo ci fù il vuoto assoluto e tale è restato, salvo che di volta in volta ciclicamente viene ripresa e rilanciata come necessità democratica.

Ancora oggi la consulta la si reclama come una cosa che deve essere concessa. Mi permetto di dire che non sono d’accordo metodologicamente. Lo dissi anche anni fa. La consulta non può essere una propaggine del consiglio comunale, dove si vanno a compensare, cencellianamente, gli equilibri della rappresentanza degli eletti in consiglio. Innanzitutto che cos’è la consulta giovanile? Essa, mi pare debba essere un organo della città, apartitico, composto dai giovani dai 16 ai 30 anni, ma anche oltre, senza distinzione di idee politiche, gusti ed orientamenti. In altri termini uno strumento super partes, il cui obiettivo principale è creare le condizioni adatte affinché i giovani possano realizzare al meglio i loro inalienabili diritti, e farsi portavoce presso le istituzioni delle loro problematiche. La consulta, inoltre, penso debba essere un organo che svolga la funzione di collante fra tutti i movimenti giovanili, con l’obiettivo di stimolarne la partecipazione ai processi decisionali della propria comunità.

Allora se queste sono le finalità, non si aspetta che la consulta venga concessa dall’istituzione comunale.

Credo sia necessario cambiare totalmente metodo, indire un’assemblea pubblica ed attraverso procedure democratiche eleggere e costituire la consulta. Punto e basta. Questa è democrazia diretta e dal basso, che i giovani di oggi imparino ad esercitarla come i giovani, di altre generazioni precedenti ed in tante parti d’Italia, hanno fatto costituendo comitati, forum, movimenti e quant’altro per “mettere le istituzioni con le spalle al muro” e far accettare quanto autonomamente si organizzava.  In definitiva io penso che la si debba smettere di chiedere e rivendicare per passare direttamente ad appropriarsi di spazi di democrazia. Piaccia o no alle istituzioni. Quando si mettono in moto processi democratici non c’è refrattarietà istituzionale che tenga. Solo la lotta paga, si diceva fino ad ieri.

Modestino Valente SEL

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