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Lotta al cinipide, gli agricoltori replicano: “Nessun rischio, i prodotti utilizzati sono approvati da Europa e Ministero della Salute”

cinipidegalligenoIl cinipide come lo batto? La discussione è soltanto agli inizi. E le divisioni che la comunità scientifica fa registrare in tutto il mondo sono le stesse che animano Mercogliano. Una settimana fa la manifestazione per dire no all’utilizzo di pesticidi nella lotta alla mosca che sta uccidendo la produzione di castagne. Ma sembra proprio che non tutti la pensino così.  C’è chi come uno storico castanicoltore del Partenio, interviene nel dibattito per spiegare con parole chiare come vanno salvati castagneti e ambiente. Questo è il suo punto di vista: «C’è troppa disinformazione in giro. Combattiamo il cinipide con prodotti biologici. È la comunità Europea stessa con proprio decreto (354/2014) ad aver inserito ed autorizzato gli agrofarmaci in agricoltura biologica. Nello specifico si tratta di piretroidi formati da deltametrina a lambdacialotrina. Non ha senso creare nell’opinione pubblica false convinzioni o addirittura mettere la gente contro di noi. Le analisi svolte delle ditte a cui consegniamo castagne ci dicono che la presenza di insetticida sul frutto e sul terreno è pari a zero! Il compito degli spray è solo quello di far allontana la mosca che invece è attratta dall’acido tannico presente nel castagno».
Nel dettaglio della lotta biologica l’agricoltore aggiunge: «Mentre il cinipide depone 200 uova prima di morire, il torymus sinensis ne depone 20.  È poco efficace, ci vorrebbero diversi anni per riequilibrare l’ecosistema . Un articolo pubblicato sull’informatore agrario nel 201 (n°39), si cita un esperimento fatto dall’università della Tuscia, nel Lazio, che mostra come l’antagonista ha problemi di climatizzazione, cioè non si adatta ovunque. E la conferma che l’uso del torimus sia un fallimento dalle nostre parti è dimostrato dalle dichiarazioni dall’attuale sindaco di Montella Ferruccio Capone, lì la castanicoltura è praticamente finita. Perché? Facevano affidamento sull’antagonista per conservare il marchio Igp. Ebbene, nella nota datata 23 novembre 2013 a firma del sindaco c’è scritto che: “Come istituzioni locali abbiamo cercato di intervenire sulle infestazioni del cinipide attraverso la lotta biologica con  lanci del loro antagonista naturale, il parassitoide Torymus, che però purtroppo non ha prodotto significativi risultati e anzi si è trasformata in un fenomeno speculativo nazionale volto a creare un nuovo oligopolio sul mercato, quelle delle società produttrice di Torymus”. A Mercogliano c’è questo interesse ? Credo di no, ma in caso contrario occorre prendere atto che ci vorranno almeno 7-8 anni prima di avere risultati, nemmeno certi, e questo tempo potrebbe significare la distruzione di tutto. Le politiche di lotta al cinipide si basino su dati di fatti e non creino strumentalizzazioni pericolose – conclude l’agricoltore – che gli insetticidi non fanno male è dimostrato anche dal fatto che i pastori portano le pecore al pascolo nei castagneti e non ne è mai morta alcuna, vengono trovati e mangiati funghi senza alcuna conseguenza. Poi, basta leggere le etichette dei prodotti e vediamo che si usano, oltre che per i castagni,  per altri frutti ed ortaggi come ad esempio i pomodori. Farci passare per pirati dell’ambiente, avvelenatori o chiamarci assassini non ha alcun senso logico».

 

 

 

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