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Il Comune di Mercogliano spende più del fabbisogno reale. La fotografia nei dati del Ministero dell’Economia

Fabbisogno comune di MercoglianoIl Comune di Mercogliano spende più del reale fabbisogno dei cittadini. Una differenza del -10,58% che in soldoni, significa oltre 700 mila euro in più: su un fabbisogno pari a 5.921.341 nel 2010 Palazzo di città ha speso 6.622.190 di euro.
Una fotografia a tinte fosche quella scattata per il comune alle falde del Partenio dal portale web OpenCivitas (www.opencivitas.it), messo a disposizione dal Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Ecomonia.
Il sito prende in esame il fabbisogno standard dei comuni e delle province, calcolato sulla base delle caratteristiche territoriali e delle popolazione residente. Questa cifra viene confrontata con le spese effettivamente sostenute dai Comuni per i vari servizi (dodici in tutto), dai rifiuti all’asilo nido. La differenza fra fabbisogno e spesa dà un’indicazione di massima su quanto un comune sia virtuoso o spendaccione.
Dai riscontri ministeriali emerge un’indicazione di massima su come vengono ripartiti i nostri soldi a livello di governo locale e l’attendibilità dei dati è suffragata dal fatto che sono stati gli stessi Comuni a fornirli.
E Mercogliano dai dati al 2010 risulta un comune che spende troppo per uffici che interessano poco il cittadino come quello dell’anagrafe e Utc e risparmia sulla Pubblica Istruzione, viabilità, polizia locale e ambiente. Questa differenza non è uguale per tutti i servizi. Si spende più del necessario per i servizi dell’ufficio tecnico (11,59%), i servizi di gestione dell’anagrafe (32,32%) e per lo smaltimento rifiuti (35,70%) e meno per l’istruzione pubblica (93,39%), viabilità e trasporti (45,54%) e per l’ambiente (8,74%).

Vanno fatti molti distinguo e, come avverte lo stesso sito ministeriale, “la differenza tra fabbisogno standard e spesa storica non è sufficiente a valutare l’efficienza di un ente”. Il fabbisogno standard è la vera novità di questa operazione “trasparenza” del ministero, non va presa come Vangelo, ma ha il vantaggio di essere un punto di riferimento uguale per tutti i comuni e quindi si possono confrontare i dati. Va anche considerato che la spesa storica valutata è quella relativa al 2010.

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