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Inchiesta Cosentino, in Irpinia 9 distributori tra 142 sequestrati: uno a Mercogliano

distributore-carburanteTra i 142 distributori di carburanti sequestrati dai Carabinieri del Reparto Operativo di Caserta in tutta Italia in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ce ne sarebbero 9 situati in provincia di Avellino, In particolare ad Ariano Irpino, Andretta, Calitri, Conza della Campania, Grottaminarda, Mercogliano, Montefusco, San Potito Ultra e Venticano. Il provvedimento è stato adottato nell’ambito di un procedimento per reati aggravati dal metodo mafioso che lo scorso 3 aprile portò all’arresto dell’ex deputato del Pdl Nicola Cosentino.
Il provvedimento è stato adottato dal gip di Napoli in un’inchiesta nella quale si ipotizza il reato di concorrenza illecita e si indaga su episodi di estorsione e concussione, grazie all’amicizia con il clan di camorra dei Casalesi, finalizzati a favorire l’attività degli impianti di distribuzione di carburante appartenenti alle società Aversana Petroli e Ip Service gestiti dalla famiglia Cosentino. Quaranta si trovano nel casertano, il resto tra Avellino, Benevento, Napoli, Reggio Calabria, Vibo Valentia, Crotone, Siena e Catanzaro. I distributori non sono stati posti sotto sigilli, continueranno ad operare sotto amministrazione giudiziaria controllata, con l’amministratore che è stato indicato dal Gip del Tribunale di Napoli Isabella Iaselli, il magistrato che ha firmato la richiesta dei pm Alessandro D’Alessio e Fabrizio Vanorio e del sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia Francesco Curcio. Lo scorso 3 aprile, oltre che nei confronti di Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’Economia ed ex coordinatore del Pdl in Campania, furono eseguite misure restrittive nei riguardi di altre 12 persone.
I dati sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella Procura, a cui hanno preso parte il procuratore della Repubblica Colangelo, il pm della Dna Curcio, il colonello Scafuri e il tenente colonnello Pannone, del comando provinciale di Caserta. L’indagine ha avuto inizio tra il 1998 e il 1999 e si è conclusa nel 2011. Malgrado il sequestro, che è servito a togliere impianti e società alla disponibilità dei fratelli Cosentino, le attività lavorative proseguono per garantire il reddito alle famiglie dei dipendenti.

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