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Mercogliano contro il Razzismo, il Prefetto: “Esempio per altri Comuni”. Critica invece “Comunità Accogliente”

Pubblicato in data: 20/3/2015 alle ore:07:30 • Categoria: AttualitàStampa Articolo

IMG_0849Profughi, studenti, nonni, insegnanti, istituzioni e amministratori nell’aula consiliare del Comune di Mercogliano per l’incontro «Immigrazioni: generazioni a confronto» organizzato dall’Amministrazione Carullo nell’ambito della «XI Settimana di Azione contro il Razzismo».
«Un’esperienza nuova e interessante data la presenza sul nostro territorio di un congruo numero di immigrati che si preannuncia abbastanza lunga per cui l’unica maniera per gestire bene questa situazione è quella di favorire l’integrazione». Sono queste le parole del Prefetto di Avellino Carlo Sessa che ha sottolineato anche la difficoltà che spesso ha la cittadinanza nel relazionarsi a persone provenienti da culture estremamente lontane: «non siamo abituati ma gli irpini sono una popolazione buona e laboriosa e ci darà una mano e, in questo senso, Mercogliano è il Comune pilota». Quello che occorre è uno scambio di comprensione dato che «nella nostra provincia sono presenti circa 550 profughi suddivisi in 12 comuni e a medio termine arriveremo ad un totale di circa 800 – precisa Sessa accanto al Comandante della Gdf di Avellino Antonio Mancazzo -, ecco perché con attività come queste si può arrivare a un buon livello di integrazione». Di fronte agli episodi di insofferenza verificatisi in città e in provincia, come l’ultimo di pochi giorni fa a Bisaccia che ha visto la protesta di sette profughi, si può reagire «con il dialogo e la conoscenza delle situazioni drammatiche da cui provengono – prosegue – incentivando l’incontro tra culture completamente diverse dalle nostre affinché non diventi invece uno scontro».
Un concetto ripreso anche dall’incaricata del progetto regionale Yalla presso il centro Campanello di via Nazionale Giordana Curati: «L’integrazione ha senso solo se si incontrano due popolazioni differenti – afferma – . Siamo diventati una nazione multiculturale poiché i flussi migratori di passaggio di qualche anno fa ora si sono stabilizzati e anche la Campania è diventata luogo di residenza». Esiste, dunque, un nuovo tipo di cittadinanza straniera che necessita di un servizio di mediazione culturale: «Il primo elemento alla base dell’integrazione è l’apprendimento delle regole linguistiche – precisa – e poi l’accesso e la conoscenza dei servizi a disposizione. Noi, come società di arrivo, abbiamo il dovere di raccontare loro la nostra cultura altrimenti si crea tensione sociale». Di qui l’invito a «fare rete e creare le condizioni per un’integrazione che esorcizzi razzismo e diffidenza attraverso un network tra associazioni».
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La provincia di Avellino, ad oggi, ha un tasso di immigrazione minore rispetto ad altre province campane e il 57% delle presenze è donna: «la femminilizzazione dell’immigrazione è un dato in controtendenza rispetto agli anni ’80 – spiega – questo sia per i ricongiungimenti familiari che per il fenomeno di emigrazione femminile dall’Europa e dall’Asia che ha raggiunto il 27% mentre quella nordafricana si è stabilizzata».
Intervenuta anche l’assistente sociale Marisa Lena che ha sottolineato l’importanza di «considerare lo straniero come una risorsa e una persona da accompagnare verso un’integrazione sul territorio in quanto proveniente da un vissuto diverso e violento che ha provocato in loro uno choc culturale tanto maggiore quanto più sono distanti le culture di provenienza da quella in si trovano ora». Un ruolo fondamentale, come spigato da Daniela Carotenuto della cooperativa New Family, è svolto dai mediatori culturali africani e italiani impegnati quotidianamente al fianco dei rifugiati. «Parliamo di persone sofferenti che chiedono aiuto perché scappano dalla guerra – chiarisce la psichiatra Filomena Franco –. Vivono una paralisi dei sentimenti e se non li accompagniamo in questo percorso possono avere disturbi comportamentali e tendere alla fuga». Durante la lunga mattinata gli alunni dell’Istituto Comprensivo Guido Dorso hanno potuto fare domande ai profughi seduti tra i banchi consiliari per cercare un contatto e imparare a conoscerli ascoltando le diverse drammatiche storie di vita, di povertà, di guerra e di voglia di riuscire a far parte della realtà locale. A criticare l’iniziativa, anche in riferimento alla partita di calcio tra profughi di lunedì, l’associazione «Comunità Accogliente» che accusa l’amministrazione di «raccontare favolette e fare solo passerelle invece di creare una vera rete con iniziative che realmente possano servire a qualcosa». Dello stesso parere anche la consigliera di opposizione di «L’Altra Mercogliano» Maddalena Poerio che sottolinea «l’inconsistenza di tali iniziative e il mancato supporto concreto da parte dell’amministrazione nelle azioni intraprese a favore di questi sfortunati». A replicare è il consigliere Giacomo Dello Russo che spiega: «Una protesta strumentale, abbiamo dato loro disponibilità di usare l’aula consiliare ma hanno rifiutato». L’iniziativa di ieri mattina ha fatto seguito all’evento sportivo di lunedì che ha visto protagonisti i giovani rifugiati mercoglianesi che si sono sfidati in torneo di calcetto alla presenza di quattro giocatori dell’Avellino Calcio e che seguirà questa mattina presso la palestra della «Dorso» per una partita di pallavolo tra profughi, amministratori e piccoli studenti.
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Una Risposta »

  1. Ho apprezzato molto questa iniziativa, se accogliamo questi poveri sfortunati dobbiamo pure dare loro la possibilita’ di integrarsi. Complimenti all’amministrazione

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