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Montevergine, continua fino al 6 settembre la mostra di pittura di Irene Russo

Pubblicato in data: 25/8/2015 alle ore:09:45 • Categoria: AttualitàStampa Articolo

StampaContinua, presso il Santuario di Montevergine la mostra di pittura di Irene Russo. La mostra che è iniziata il 2 agosto si concluderà il 6 settembre. La manifestazione rientra nell’ ambito dell’ Estate dei Monumenti. La pittura d’Irene risente degli influssi nord-europei dovuti agli studi in Polonia, presso l’Uniwersytet Artystyczny w Poznaniu, in cui frequenta il corso di pittura del professor Piotr C. Kowalski e sperimenta diverse tecniche grafiche. Completa la sua formazione con la specializzazione in graphic design presso l’ Ilas Scuola Superiore di Comunicazione di Napoli. Attualmente vive a Milano e lavora tra Avellino, Napoli e Milano.

 

Mostre collettive

 

2010 “XXII Porticato Gaetano”, Pinacoteca Comunale,Gaeta, secondo premio ex-equo,a cura dell Associazione culturale Novecento e del Comune di Gaeta.

 

2011“Sc(arti) in mostra”; collettiva;Urban Center,Ravenna.; a cura di Felice Nittolo, Assessorato provinciale all·Ambiente ,l·Assessorato alla cultura,Comune di Ravenna.

2011“Premio Nazionale delle arti” di Brera 2010-2011;Accademia di Belle Arti di Brera,Milano,a cura del Ministero della pubblica Istruzione,dell·Università e della Ricerca.

 

2012:Torino “HR: HUMAN RIGTHS”,Associazione Piazza dei mestieri

Milano “Anatomia 01” workshop sul calco dal vero presso la Fabbrica del Vapore

 

2013 “VOTE ART Cultural Art Movement”,Museo CAM di Casoria, Casoria (Na) a cura di A. Manfredi

2013 ““Premio Mostra del Tigullio – Sezione Arti Figurative 2013” “,Società Economica di Chiavari,Chiavari (Ge), a cura della Società economica di Chiavari

2013 “Marsciano Arte Giovani”,Museo MAG, Marsciano (PG), a cura dell’ Associazione Magma.

2013 “SanKta Sango”, Castel’ dell’ Ovo,Napoli a cura dell’ Associazione Vuotociclo.

2015 “Museum Factory”,Museo irpino,Avellino,a cura Mediateur e Provincia di Avellino.

2015 “ScArti in mostra”,Complesso monumentale ex Carcere borbonic,Avellino,a cura di Rosa Grano,Domenico Gambacorta,Generoso Picone e della Provincia di Avellino

2015“La memoria nutre il pianeta”,MostraMi Milano,Milano,a cura di Sandro Aglialolo e del museo d arte contemporanea MostraMi

 

Mostre personali

2015 “Mistico Surreale” rassegna “arte in scena 2015”, Teatro Carlo Gesualdo,Avellino, a cura di Alberto Iandoli e Luca Cipriano.

2013 Avellino mostra personale, “Sinergia Mistica di Viaggio”, a cura dell’ Associazione artistica Animarte.

 

Mostre bipersonali:

2009 “Ritus-il popolare irpino”,Abbazia del Loreto di Montevergine, Mercogliano (AV), a cura del Comune di Mercogliano e Donatella De Bartolomeis

2011 “Being the centre of (re)Cognition,Galeria Post Office, Poznan(Poland),a cura   di Ministery of Culture and National Heritage ,University of Arts in Poznan

 

Popolare surreale

 

Le opere si compongono di oggetti comuni, frammenti del quotidiano, che decontestualizzati assumono una componente straniante e simbolica.

La mostra seguirà un percorso espositivo fatto di aneddoti e riflessioni personali, ma al contempo universali. Un espressione artistica impegnata e non puramente decorativa.

 

”Una preghiera, la chiesa Orodossa”(Romania) raffigura un viaggio in Romania, le candele raccolte consunte sono testimoni di una preghiera consumata, di una speranza, di una richiesta pronunciata. Un contatto vivo con Dio, sacro e sacralizzato in una sorta di ampolla sanguigna, una reliquia. L’oro divinizza e rende preziosa l’opera rimandando alla ricchezza della chiesa.

La cera cola e brucia la tela, esaurisce la sua forza pronunciando una preghiera che vuole essere accolta. Il pigmento rammenta il “pasto dei morti” compiuto durante il rito funebre.

 

“In sua memoria, figlio del suo destino” l’ artista ha voluto trattare il tema della morte volta alla canalizzazione del lutto protesa alla riflessione intimistica, in cui riflette sul senso e le finalità della vita, in cui pone l’ arte come icona di eternità.

L’ opera è un dittico, in cui lo spettatore si trova di fronte alla stratificazione del terreno, che mette il fruitore all’ interno della terra stessa. La salma non è presente, ma è tangibile il segno lasciato dalla sua assenza fisica. Tra i vari strati del terreno sono presenti 3 maschere bianche, che simboleggiano le parche della vita, simbolo di un destino compiuto.

Dalla terra nascono dei fiori, fermati nel loro movimento, fiori scuri simbolo di morte ma che mantengono in se sempre una speranza.

 

“Caronte, saluti al marinaio”

è un opera-ricordo ad una persona prematuramente scomparsa, è l’ ultimo viaggio di un marinaio, che da traghettato diventa traghettatore.

 

 

“Infibula” in cui l’ artista taglia e ricuce letteralmente la candida tela bianca simbolo di purezza, rimandando senza mezzi termini alla mutilazione genitale femminile.

 

“Madre, terra”

La terra madre è il concetto cardine dell’ esposizione, trae origine dai ricordi e la cultura locale, prende i colori dall’ iconografia sacra reinterpretata in maniera contemporanea. La madre come simbolo di vita e tradizione.

 

“Egocentrico, girasole” L’ opera è stata creata interamente con oggetti di scarto e di recupero, l’ispirazione dal concetto di luce come fonte d’ energia, come punto focale della vita. I girasoli , simbolo della vita e metafora dell’ uomo, rinascono nella luce, si protraggono ed ambiscono ad essa, a cui rivolgono sempre  il loro sguardo, creando un vortice d’ energia che si propaga in tutta l ‘opera e chi li coinvolge in un circolo infinito di morte e rinascita.

Inconscio

L’ opera è una sorta di bilancio tra passato, presente ed aspettative future, i sogni i desideri sono ancora rinchiusi di un cassetto, nascosti da troppo tempo. Un cassetto di cui si conosce la chiave, tanto lontana quanto vicina.

 

“Iron butterfly”è un opera in cui la riflessione tocca il tema della guerra e delle giovani vite che sono cadute in nome di una croce di ferro.

Durante un passeggiata nel parco cittadino di Poznan ( Armii Poznan), mi sono ritrovata di fronte a centinaia di tombe, bianche, candide, di ragazzi caduti durante l’ ultima guerra mondiale, si alternavano tombe cristiane e tombe ortodosse, ragazzi poco più che maggiorenni caduti a pochi giorni di distanza l’ uno dall’ altro, una vita breve come quella di una farfalla, la cui vita ha il valore di una medaglia al valore.

 

“Under the bridge(Warta) è un opera realizzata durante in viaggio in Polonia, a Poznan, e guardando le scure acque del fiume Warta la mia giovanissima compagna di viaggio ha pronunciato parole che mi hanno profondamente colpito, ”questo è un buon posto per suicidarsi” ,una frase talmente triste e sconcertante che mi ha riportato alla mia terra natale ed ho voluto realizzare un opera che portasse alla luce il dramma della depressione ed il suicidio giovanile, purtroppo fortemente attuale nella nostra provincia.

Nell’ opera noi guardiamo il ponte dall’ alto, ed ammiriamo il suo lento scorrere, e sul pontile sono poggiati dei fiori a rammentare una vita che ci ha lasciato.

 

“ex-voto, per grazia ricevuta (Candelora)”

L opera realizzata nasce dalla necessità di ritrovare le proprie origini, è un confronto ritrovato con la propria tradizione, trae spunto dalla rito processionale misto tra pagano e cristiano che caratterizza il culto mariano della Madonna di Montevergine , la Candelora. Un misto di devozione sacrale, cinismo e tradizione caratterizzano l’ opera, in cui il culto sacro e profano si miscelano.

La candela della Candelora, secondo la tradizione, doveva essere usata durante i temporali per disperdere le nubi e portare il bel tempo,. La candela, simbolo della luce, insieme all’ ex-voto rappresenta una preghiera ed un dialogo con Dio, un desiderio di pace e di grazia, di rinascita verso la pace interiore.

“Per nascere bisogna prima morire, il grano” è una frase pronunciata da mia nonna , dopo la perdita di mio nonno: Una sequenza di parole che riassumono il senso della vita, unita alla saggezza popolare. Il grano per tornare a germogliare deve essere mietuto e ricreare il chicco. La spiga diventa così emblema della vita, che rimanda al campo, alla cultura popolare e alle ritualità campane (come i gigli).Una quadro che parla di nascita, morte e vita.

 

 

”Una preghiera,la chiesa Orodossa”(Romania) raffigura un viaggio in Romania, le candele raccolte consunte sono testimoni di una preghiera consumata, di una speranza, di una richiesta pronunciata. Un contatto vivo con Dio, sacro e sacralizzato in una sorta di ampolla sanguigna, una reliquia. L’oro divinizza e rende preziosa l’opera rimandando alla ricchezza della chiesa.

La cera cola e brucia la tela, esaurisce la sua forza pronunciando una preghiera che vuole essere accolta. Il pigmento rammenta il “pasto dei morti” compiuto durante il rito funebre

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