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Ordinanza di demolizione per un edificio costruito nel lontano ’79 in via Nazionale Torrette, pronto il ricorso al Tar

mercogliano-palazzo-da-abbattereOrdinanza di demolizione per un edificio costruito nel lontano ’79 in via Nazionale Torrette. Il provvedimento, emesso dall’Ufficio tecnico comunale, è stato intimato ai 19 proprietari che vivono nell’immobile di quattro piani che ospita anche attività commerciali.
L’ordinanza, la numero 27 del 4 ottobre scorso, a firma del Responsabile del Settore Tecnico ingegnere Vincenzo Morisco, intima la demolizione del fabbricato edificato, prima degli anni ’80, in fascia di rispetto idraulico del vallone Acqualeggia. L’immobile, autorizzato con concessione edilizia numero 19 del 23/7/1979, da una verifica catastale effettuato recentemente risulta, rispetto al vallone Acqualeggia, ad una distanza variabile tra i 4 metri e 8,10 metri, il tutto in violazione del Regio Decreto numero  523/1904 articolo 96.
Tutta la vicenda nasce dalla denuncia di una recinzione adiacente al fabbricato che fa scoprire così, a distanza di ben 37 anni, che il fabbricato non rispetta i vincoli al vallone Acqualeggia in violazione del vecchio regio decreto del 1904.
Il palazzo fu costruito nel 1979. Allora tali violazioni non furono rilevate dall’Ufficio Tecnico. Nel 2013 un cittadino presentò una denuncia per la realizzazione di una recinzione adiacente. Da qui, a seguito di sopralluoghi, i tecnici del Comune hanno rilevato la difformità tra la documentazione presentata nel 1979 e lo stato di fatto del palazzo. Da qui l’apertura del procedimento sanzionatorio connesso con il diverso posizionamento del fabbricato in fascia di rispetto idraulica. Il procedimento è andato avanti nonostante alcuni residenti, destinatari della comunicazione, avvalendosi della facoltà fornita dalla legge, hanno trasmesso proprie memorie evidenziando che non fosse necessario osservare le distanze regolamentari previste, sostenendo l’erronea misurazione delle distanze del fabbricato dal vallone.
Ma il procedimento è andato comunque avanti fino a giungere ora all’ordinanza di demolizione intimata a 19 proprietari che a proprie spese dovranno attuarla entro 90 giorni. Si aprirà così un nuovo contenzioso in quanto i proprietari hanno già preannunciato di ricorrere al Tar Campania.
Nel caso in cui non si dovesse provvedere alla demolizione e al ripristino dello stato dei luoghi nel termine di novanta giorni dall’ingiunzione, il bene e l’area di sedime, si legge nell’ordinanza, nonché quella necessaria secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive, sono acquisiti di diritto gratuitamente al patrimonio del Comune, con riserva dei provvedimenti che risultano necessari, fatti salvi e impregiudicati quelli di carattere amministrativo connessi alla violazione edilizia, senza pregiudizio delle sanzioni penali. L’autorità comunale, constatata l’inottemperanza, irrogherà una sanzione amministrativa pecuniaria di importo sino a 20mila euro, salva l’applicazione di altre misure e sanzioni previste da norme vigenti. Le opere abusive acquisite saranno poi demolite con ordinanza del responsabile dell’Utc a spese del responsabile dell’abuso.

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