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Lacrime e commozione per l’addio a Ernesto Primo, la figlia Amalia: “Presto giurerò anch’io fedeltà allo Stato”

La bandiera italiana con sopra il cappello dell’Arma dei Carabinieri: i simboli di una vita dedicata all’amore per il proprio lavoro unito a quello per la propria famiglia. Nella Chiesa dell’Annunziata e di San Guglielmo si svolti ieri mattina, nel giorno del 203°Anniversario dalla Fondazione della Benemerita, i funerali del maresciallo Ernesto Primo deceduto per un malore fulminante sabato sera. Lacrime e commozione in una chiesa gremita di parenti, amici, conoscenti e colleghi hanno voluto omaggiarlo del picchetto d’onore. «Un pezzo del suo cuore batte ancora dentro di voi e vivrà attraverso i suoi insegnamenti», afferma il cappellano regionale dell’Arma Don Franco Facchini che ha officiato la Santa Messa insieme al cappellano militare provinciale Don Francesco Marotta, al parroco don Florin, al parroco emerito Don Giuseppe Iasso e a Don Vitaliano Della Sala.
Accorate le parole della figlia Amalia, appena diciottenne, che, con indosso la maglia dei Carabinieri del papà, esprime la volontà di seguire le sue orme: «Oggi salutiamo un grande uomo, il mio papà. Un uomo a disposizione di chiunque gli chiedesse aiuto e che ha dato tanto all’Arma e alla sua famiglia insegnandoci valori fondamentali. Sarà lui a darci la forza di andare avanti per questo lo ringrazio sperando di giurare presto fedeltà alla Repubblica Italiana». «Questa dipartita segna profondamente la nostra comunità – afferma il sindaco Carullo con lui in consiglio comunale dal 2010 – consapevoli del contributo istituzionale, culturale, sociale e umano che il Luogotenente Primo ci ha donato sempre con professionalità e senso del dovere. E’ stato un operatore del bene che ha costruito ponti di solidarietà e amicizia».
Presente con un messaggio di vicinanza anche il Prefetto di Bologna Matteo Piantedosi, recentemente divenuto cittadino onorario di Mercogliano. Tante le autorità civili, religiose e militari che hanno preso parte al rito funebre tra cui il procuratore Cantelmo, il presidente della Provincia Gambacorta, l’onorevole Rosa D’Amelio, l’assessore del Comune di Avellino Gambardella e naturalmente tutti i colleghi amministratori. Parole d’affetto anche dal Comandante di Corpo d’Armata Nistri: «La sua è una storia fatta di scelte importanti, di una medaglia di bronzo per aver salvato quattro vite umane rischiando la propria. E’ la storia di un uomo dedito agli altri, scelto dai Carabinieri per rappresentarne l’Istituzione».
FdL

     

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