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Grave il piccolo di Mercogliano nato in ambulanza, indaga la Procura

Ancora grave il bimbo nato sull’ambulanza della Croce Rossa di Avellino lo scorso 6 gennaio già in arresto cardiocircolatorio e attualmente in terapia intensiva. Il piccolo cuoricino aveva ripreso a battere grazie al lungo massaggio cardiaco praticato dal personale infermieristico. Il tutto è avvenuto al termine di una serata convulsa conclusasi con il ginecologo di turno al nosocomio avellinese picchiato dai familiari della partoriente. La madre del piccolo, 26enne serba residente a Mercogliano, si era recata presso la Città Ospedaliera insieme al marito accusando dolori addominali. Il ginecologo di turno, dopo averla visitata e sottoposta agli esami di rito che avrebbero escluso un imminente parto e fatto pensare ad una probabile colica renale, le avrebbe consigliato il ricovero in ragione dell’avanzato stato interessante ma la stessa donna avrebbe rifiutato firmando per le dimissioni. Il tutto è al vaglio degli inquirenti per appurare la realtà dei fatti. 
La donna ritornata a casa ha di nuovo accusato dolori sempre più insistenti tanto da chiamare il 118 ma l’ambulanza non fa in tempo a ritornare al Moscati che si ferma per far nascere il bambino. Il piccolo nasce ma non vi è battito, solo le manovre di soccorso e la professionalità degli uomini a bordo dell’ambulanza evitano il dramma. Immediatamente mamma e figlio vengono poi ricoverati, la prima in buone condizioni mentre il piccolo lotta tra la vita e la morte.
Una volta appreso quanto accaduto i familiari della partoriente hanno aggredito a calci e pugni il ginecologo visto solo poche ore prima riconducendo al professionista la responsabilità di quanto successo. A soccorrere il medico alcuni i colleghi, per le ferite riportate ne avrà per 20 giorni ma, al momento, non ha sporto denuncia.
Sul posto sono giunti gli agenti della squadra Mobile di Avellino per far luce sull’intera vicenda. 
Foto: repertorio

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