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Consiglio Comunale, l’assessore Di Nardo si congeda e attacca: “I miei ideali diversi dagli amministratori in carica”

Pubblicato in data: 15/4/2019 alle ore:23:17 • Categoria: Attualità, PoliticaStampa Articolo

Si chiude con un colpo di scena la consiliatura targata Carullo. Infatti nell’ultimo consiglio comunale l’assessore al turismo Stefania Di Nardo attacca l’amministrazione, di cui fa parte, leggendo una nota in cui esprime un bilancio di quella che è stata la sua prima esperienza politica. Molto dura la sua analisi nei confronti della maggioranza. Questo è il testo integrale: “Questo è l’ultimo Consiglio Comunale dell’attuale maggioranza della quale io ho fatto parte ma che da tempo non mi rappresenta più, ed oggi più che mai, come può desumersi da molti degli atti da essa assunti che non hanno avuto il mio assenso. Sento il dovere di ringraziare quanti hanno avuto fiducia in me, davvero tanti per essere la mia prima esperienza politica, e per rispetto dei quali ho continuato a stare in maggioranza. Siedo in questi banchi ancora come assessore ma, da fatti concludenti, quelli che si leggono negli atti pubblici ossia nelle delibere, la mia posizione è chiara da molto tempo. Di fatto ho continuato a stare in maggioranza per rispetto al mandato ricevuto da quanti hanno avuto fiducia in me condividendo i miei ideali, che purtroppo, in corso d’opera, si sono rivelati essere assai diversi da quelli della maggioranza degli amministratori in carica. Dai fatti, quindi, ma ancora più dagli atti, si legge quante cose mi hanno vista dissenziente, però, purtroppo o fortunatamente, la democrazia vuole che i voti in giunta facciano decidere le amministrazioni. E nonostante io abbia segnalato una serie di problematiche urgenti da affrontare per il Comune ed i mercoglianesi, ciò non è avvenuto; risolvere le quali faceva sì che, come dire, io attuassi il mio mandato elettorale e potessi realizzare quanto mi ero impegnata a fare. Queste mie proposte, purtroppo, non sono state approvate dalla giunta, talvolta neanche esaminate e non ho avuto la collaborazione né degli uffici interessati né di altri amministratori. A chi mi chiede perché non mi sono dimessa, rispondo che, personalmente, ho sempre pensato che le cose si cambiano dal di dentro, impegnandosi e lavorando ogni giorno, nonostante gli ostruzionismi e le difficoltà. A me, invece, premeva cercare di raggiungere gli obiettivi per i quali mi ero impegnata con i cittadini e, a tal fine, ho fatto richieste, proposte, interventi, ho perfino rinunciato all’indennità, ma sono stata una voce fuori dal coro. A quanti altri, invece, mi chiedono perché non l’ho detto prima, ripeto, fino all’ultimo ho cercato, per oltre quattro anni, a far ragionare la maggioranza su una serie di questioni. Mi riferisco alla questione del bilancio, a quella del Piano Urbanistico Comunale, al fabbisogno del personale, vecchio e nuovo, a quella dei Chioschi di Montevergine, a quella del Viale S. Modestino o a quella delle ville comunali e cosi via. Oggi è all’ordine del giorno, l’attivazione dell’anticipazione di liquidità alla Cassa depositi e prestiti e, ricordo a me stessa, quante volte su tutti gli argomenti che comportavano spese ho tentato di capire e mi  è stato anche detto che non dovevo capire!?! Oggi, il risultato è attivare un’altra anticipazione di liquidità di breve periodo per pagare debiti certi, liquidi ed esigibili mentre non vengono riscossi i crediti e, nei tempi dovuti, o peggio ancora, non si riducono spese e si pagano parcelle esorbitanti. Non mi pronuncio, volutamente, sul PUC ma voglio invece ricordare quanto ho tentato di portare avanti. Mi sono interessata sin da subito della situazione dei chioschi di Montevergine e quello che è successo, o meglio quello che non è successo, pur avendo sottoscritto un protocollo d’intesa con i commercianti, è ben noto a tutti. Ho fatto elaborare, a mie spese, un progetto per la riqualificazione di viale S. Modestino e Viale Europa , con il nulla osta del progettista per poterlo realizzare. Per questo, che doveva essere un investimento per recuperare il nostro viale, mi sono impegnata e sono riuscita a recuperare 110.000,00 euro dalla Regione Campania quale recupero di interessi attivi su mutui accesi. E poi ne sono arrivati altri 36.000,00 per un totale di circa 150.000,00 euro. Ebbene quei soldi, nonostante tutti i miei sforzi, sono stati dirottati per pagare i debiti di un ufficio contenzioso che ha un’emorragia senza fine. (Abbiamo un ufficio legale per il quale paghiamo le provvigioni e che si occupa solo dei sinistri stradali e delle relative transazioni; per le cause, invece, per le quali tiriamo fuori fior di quattrini, gli incarichi li diamo tutti all’esterno). Ho creduto al programma elettorale che ho sottoscritto ed i questi cinque anni mi sono battuta al punto di rinunciare anche alla mia indennità di carica ma non ho avuto la possibilità di attuarli perché nessuno, oltre me, voleva realizzarli e gli atti che dovevano essere messi in campo dalla gestione non sono mai intervenuti nonostante le mie sollecitazioni. Ho rinunciato all’indennità di carica perché quei soldi, pochi o tanti che fossero, servissero per risolvere qualche problema sul verde ma neanche questo è stato possibile. Nessuna collaborazione da parte dei politici né degli uffici interessati, nonostante abbia invitato ad intervenire anche i loro sovraposti, cioè a chi  è deputato al loro controllo; questi non hanno provveduto a quanto da me più volte sollecitato. Mi chiedo, a questo punto, per incapacità o per volontà? Se è per incapacità, probabilmente chi riveste certi ruoli forse andrebbe rivisto. Se è per cattiva volontà la ragione è semplicemente perché io non ho detto sì a tutte le cose che altri volevano che io dicessi o facessi o ancor peggio perché ho cercato di capire le cose! Non ho conservato la carica di assessore, quindi, per una questione economica. Certo non sono rimasta neanche pensando di poter di intervenire su questioni di persone a me vicine, questioni che peraltro vengono da lontano, prima della mia candidatura. Parlo ovviamente del Campo Sportivo. Questioni su cui altri, non certo io oggi, avrà occasione per fare chiarezza, per dire la verità. Molto probabilmente le cose sarebbero andate diversamente se mi fossi allineata, se non avessi letto le delibere, se avessi alzato sempre la manina, se non avessi cercato di capire come mia abitudine, come ho sempre fatto nella mia vita, in tutte le circostanze. Per quanto ho detto, ho fatto quello che ho potuto fare, poco o molto che sia e molte volte con grande fatica. Alcune volte, a mie spese, per raggiungere risultati anche molto semplici come era acquistare la benzina ed i lacci per i decespugliatori per i lavoratori della Comunità Montana quando poi, altri, magari si fanno rimborsare anche i caffè che offrono in occasioni pubbliche! Quindi, di fronte ad un modo così diverso di pensare la cosa pubblica è chiaro che non andassimo d’accordo. Le difficoltà e gli ostacoli ad operare le ho incontrate anche a causa di convocazioni di giunta con orari ballerini e rinvii tattici. La qualcosa può andar bene per chi utilizza l’attività politica per sottrarsi a quella del proprio lavoro, non certo per me. E’ evidente che avendo io dimostrato di non essere capace di dire sempre sì, era necessario che venissi messa da parte, completamente esclusa. Mi sarei aspettata, per la verità, una revoca. Sarebbe stato più logico che il Sindaco mi revocasse. Ma la revoca è un atto che richiede coraggio e, evidentemente, questo coraggio non c’è stato. Per una revoca ci vuole coraggio, equilibrio, determinazione. Chi di dovere questo coraggio nelle decisioni non l’ha avuto e come sempre si sono prese vie traverse: sono stata esclusa, emarginata, boicottata ma la revoca non c’è stata. Ma boicottare me è stato boicottare anche la gente di Mercogliano. Perché il principio in questa Amministrazione è che tutto debba rimanere statico, tranquillo e salvare la facciata. La mia è stata pure una provocazione: molti miei atti o note, le mie prese di posizione volevano essere provocatorie visto che non mi si voleva far partecipare alle decisioni, immaginavo, allora, speravo, che ci fosse un atto di coraggio per revocarmi. Invece come sempre accade in questo Comune, è tutto un muro di gomma, non si fa mai niente neanche davanti ad un bilancio e ad un piano urbanistico che io non votato. Non so se è appropriato definire provocazione anche quando ho inteso mantenere fermo il mio impegno e la mia fedeltà alla promessa con i cittadini mentre altri di quel programma e delle regole della buona amministrazione ne facevano ogni giorno carta straccia. Queste le ragioni per cui sono rimasta. Ho provato a rimanere libera seppur nello spirito di gruppo. Ma sono rimasta solo libera, fuori dal gruppo. E questo solo per raggiungere dei risultati ma poiché il raggiungimento dei risultati spesso cambiano gli equilibri, questo non s’aveva da fare. Un esempio per tutti i chioschi di Montevergine che, a dire di qualcuno, sono così da più di 50 anni e tali debbono rimanere. Naturalmente la pietra miliare rispetto a tutti questi comportamenti, va detto, è stato il fatto che rispetto ad una delibera che riguardava il fabbisogno del personale che si voleva votare assolutamente ed immediatamente in giunta, io non ero d’accordo ed ho chiesto tempo. Non perché non si dovessero fare le assunzioni ma perché dovevamo evitare di fare atti illegittimi visto che il Segretario dell’epoca aveva sollevato questa ipotesi. Tanto è vero che la legge che poi ha chiarito che era possibile farlo è uscita dopo tre mesi e, guarda caso, questa giunta non ha dato esecuzione a quella delibera ma l’ha rifatta aspettando per più di tre mesi… Oggi, invece, nella nuova programmazione ben vengano le assunzioni e le stabilizzazioni ma perché stabilizzare solo alcuni e non tutti? Forse perché i fondi occorrono per transazioni, per accettare richieste di ex dipendenti che prima accettano la transazione e che poi, dopo essere stati pagati, decidono di fare causa? Si parla troppo spesso di legalità e trasparenza. A mia memoria, mi sembra che chi voleva trasparenza e legalità è stato mandato via e questo, forse, lo si voleva fare anche con me. Evidentemente però, essendo io rappresentante politica, quindi espressione del popolo, non si è avuto il coraggio! Oggi è tempo di valutazioni su ciò che è stato fatto, non a caso si approva il consuntivo. Invito perciò a riflettere su quanto ho detto e a valutare quanto e quando è stato rispettato il programma elettorale dell’Amministrazione in carica. Ho pagato per il fatto di non aver voluto abnegare a questo modo di fare, di raccogliere le istanze di tutti senza volerne mai affrontare e risolvere nessuna, ho provato a cambiare le cose. Il risultato è che sono stata isolata e quando ho avvertito di esserlo ho cominciato a fare atti concludenti che potessero mettere gli altri in condizione di mandarmi via ma neanche questo è accaduto perché bisognava prendere una posizione e bisognava poi dare una spiegazione per quello che era accaduto politicamente. Ma le spiegazioni a Mercogliano non si devono dare. Fuori da quest’aula già freme la campagna elettorale e molti degli argomenti all’ordine del giorno di questo Consiglio ne sono la dimostrazione. Il mio invito è di cominciare davvero ad essere trasparenti e, moralmente e politicamente, corretti. Penso che i cittadini di Mercogliano lo meritino. E questo sarebbe il primo passo per programmare un futuro di crescita per tutti e non solo per quanti chiedono ed ottengono nelle oscure stanze”. 

Dopo aver letto la nota in consiglio comunale è calato in gelo e il sindaco Carullo ha preferito non commentare pregando la “sua squadra” di fare altrettanto. Poi l’assessore Di Nardo è uscita dall’aula insieme a tutta la minoranza. Da registrare intanto in quest’ultimo consiglio comunale le assenze da parte dell’Assessore Sbrescia e i consiglieri di maggioranza Sozio e Marra. A conferma del fatto che l’era Carullo è terminata e  si sono aperte le danze per la prossima campagna elettorale. 

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