Clinica Montevergine, Cgil all’attacco: “Tagli a servizi e personale, immutati gli sprechi”. Chiesto un tavolo in Prefettura
Pubblicato in data: 16/12/2010 alle ore:20:35 • Categoria: Attualità • Stampa Articolo“La Clinica Montevergine (foto) è, per molti aspetti, un fiore all’occhiello nel panorama della sanità campana. Con 46 milioni di fatturato risulta essere, infatti, la seconda struttura privata in Campania. Ma a parte il dato economico, sicuramente importante e significativo, è la qualità della risposta sanitaria la vera risorsa di questa azienda e costituisce la unica e reale garanzia di futuro nel quadro delle difficili condizioni in cui si trova la Sanità della nostra regione“. E’ quanto afferma in una nota la Cgil – Funzione Pubblica.
“L’aver, per il passato, scelto di mantenere servizi, quali il primo soccorso cardiologico, pur in assenza di riconoscimenti economici da parte delle ASL, è stata una strategia che ha favorito l’attrattività della struttura e ne ha consentito l’affermazione anche a livello extra regionale.
Tutti si sono prodigati garantendo dedizione e disponibilità. Tali risultati si son potuti raggiungere sicuramente in virtù di scelte aziendali che hanno indirizzato l’attività della clinica nelle alte specializzazioni nella cura del cuore, ma anche e sicuramente per la qualità espressa dal personale medico, paramedico ed ausiliare di questa azienda. Da qualche tempo i tagli imposti ai costi della sanità non risparmiano nessuna struttura e anche questa azienda si trova a fronteggiare le condizione di contenimento della spesa e delle prestazioni, vista la rigidità dei tetti entro i quali ogni struttura sanitaria deve obbligatoriamente mantenersi. Le scelte conseguenti stanno quindi determinando una riduzione dei servizi con una ricaduta pesante anche sulle condizioni di lavoro dei dipendenti. Si chiude il primo soccorso, con la scusa di un fantomatico intervento di ristrutturazione, si abbattono i costi intervenendo in maniera pesante sul personale dipendente, con il solo rischio di creare le condizioni per un abbattimento della qualità delle prestazioni sanitarie e di quelle alberghiere.
Il personale ausiliario, da tempo svolge mansioni e funzioni di livello superiore garantendo supporto al personale infermieristico nella cura dei malati ed oggi viene sottoposto ad ulteriore stress, visto che si propone di ridurne la presenza nelle ore notturne. Il personale infermieristico è sottoposto con grande frequenza a sostenere turni di lavoro e disponibilità che vanno oltre le condizioni di normale avvicendamento lavorativo. Ai dipendenti medici si stabilisce di sottrarre benefici economici contrattati anni fa in ragione dell’obbligo, sempre rispettato, di garantire un numero di prestazioni superiore a quello contrattualmente previsto, nel mentre si riducono le presenze nei turni di guardia medica.
Il tutto mentre non si dimostra alcuna disponibilità ad avviare percorsi di riqualificazione del personale ausiliario per il riconoscimento delle prestazioni oggi svolte, né per una organizzazione più confacente del personale infermieristico, in grado di risolvere le condizioni particolarmente gravose che si vivono nei reparti di maggiore delicatezza. La logica del risparmio però sembra non intaccare privilegi antichi, ricche e reiterate consulenze vengono riconfermate senza battere ciglio sol perché riguardano consolidate abitudini societarie. Ancora una volta si taglia ciò che è più semplice tagliare: servizi e personale.
Tutto ciò oltre che a mortificare lavoratori e professionisti dipendenti, corre il rischio di offuscare l’immagine positiva della clinica con il risultato concreto che per rimanere sotto i tetti di spesa, ci si ritrovi in cantina. Su queste questioni la funzione pubblica CGIL, sempre positivamente partecipe del buon andamento dell’organizzazione della clinica, denunciano oggi, oltre la formalità delle relazioni sindacali, una marcata volontà da parte dell’attuale dirigenza di non avere un confronto reale e costruttivo con la stessa, proclamano lo stato di agitazione dei dipendenti e faranno ricorso ad ogni utile iniziativa, a partire dalla richiesta all’ASL di garantire un adeguato livello di controllo su quanto si decide all’interno della Clinica, per tutelare gli interessi dei lavoratori nel quadro del mantenimento dei livelli di qualità dei servizi sanitari offerti dalla clinica.
La FP Cgil – conclude la nota – chiede alla Prefettura di convocare il tavolo per la trattativa per raffreddare un conflitto che appare deleterio ed inutile“.