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Questa sera ultimo appuntamento con Castellarte “Tempi Precari”

Pubblicato in data: 31/7/2011 alle ore:08:44 • Categoria: Attualità, CulturaStampa Articolo

Stasera cala il sipario su Castellarte con una serata di artisti internazionali, mostre, artigianato ed enogastronomia. In crescita il gradimento del pubblico per le “iniziative” collaterali del Festival che dà spazio ai giovani anche attraverso le opere di artigianato, le installazioni, le mostre e la contagiosa energia dei ragazzi del Servizio Civile Internazionale. 
Se si volesse trovare una definizione per questa XVIII edizione di Castellarte, quella di “festival dei giovani” sarebbe forse la più calzante, sono essi infatti il leit-motiv che ha attraversato queste tre sere dedicate ai “Tempi precari” di cui loro sono protagonisti che si rifiutano di essere vittime.
Nell’anno della “maggiore età”, Castellarte, ormai già da anni il più importante buskers festival del centro-sud, ha voluto parlare di loro, della generazione che, secondo il rapporto Svimez pubblicato poche ore fa, vede due su tre di loro senza lavoro; che abbandona i paesi dell’Irpinia per l’università o il primo lavoro al nord o all’estero; che vive un pessimismo ed un disincanto che non hanno precedenti nella storia. Castellarte ha voluto, però, celebrarne lo spirito indomito, la creatività e l’energia, che si esprime nell’arte, nella denuncia e nelle forme di imprenditorialità che, proprio partendo dall’innovazione o dal recupero della tradizione, generano esempi in controtendenza.
Stasera la terza serata di Castellarte che si è svolta nella consueta location di Capocastello, il borgo medievale di Mercogliano, quest’anno più bello e fruibile grazie ai tanti lavori di ripristino di strade e vicoletti che hanno reso più agevole i percorsi alle migliaia di visitatori giunti da ogni parte della Campania per godere della meraviglia di queste tre notti di spettacoli gratuiti di star internazionali dell’arte circense, della musica e del teatro.

Il grande “palcoscenico diffuso” di Capocastello anche stasera si illuminerà per le esibizioni di artisti come lo stralunatissimo statunitense artista del “lazo” David Lichtenstein con il suo “Leapin’ Louie”; il ricercato giocoliere scozzese Ewan Colsell e le sue sfere di vetro; il variopinto clown-mago argentino Adrian Conde che trascina grandi e piccini nelle sue surreali gag; il raffinato teatro-circo degli anglosassoni PanGottic; il mimo iraniano “incantatore di folle” Saeed Fekri; gli italo-francesi Guappecartò con la loro sfrenata sarabanda di suoni tzigani, euforia manouche e indiavolati ritmi balcanici; Les Fonkfarons, la fanfara scatenata d’Oltralpe, che trascina con un groove travolgente e divertentissime coreografie.

Grande l’apprezzamento anche per la pattuglia degli artisti italiani scesi in campo con: i vincitori di “Cantieri di strada” 2011 Malu circo?; la raffinata ricerca sulla “macchietta” napoletana dello Stefano Serino Trio; lo sfrenato jive dei siciliani Jumpin’ up; lo ska autoprodotto e libero dei partenopei Rudy & Crudy; il “manouche african samba” dei Gentleman’s Agreement che presentano il loro ultimo album “Carcarà”. Grande successo anche per la pattuglia irpina con artisti noti sulla scena internazionale come il bassista e “live looper” Simone Vignola, già attivo in Europa e Stati Uniti con il suo “one man show” esplosivo; i Funny Dunny con il loro sound “garage” che ha conquistato di recente gli appassionati iberici e, last but not least, il “dj del popolo”, Vinyl Gianpy che esalta il pubblico con l’energia “analogica” del beat e dei suoni anni ’60 e ’70.

Meritano senz’altro una visita le varie mostre ed installazioni allestite nelle chiese e nei “cellari” di Capocastello, per raccontare il passato ed il futuro, forse più accomunati di quel che si immagina dal concetto di “Tempi precari”.

La mostra “Antichi mestieri a Capocastello”, allestita dal Museo del Ricordo, ad esempio, attraverso oggetti ed immagini riporta alla contemporaneità gesti e personaggi del passato, artigiani e lavoratori che affinavano le loro tecniche aguzzando l’ingegno e con la pratica continua dell’arte di costruire attrezzi agricoli, mobili o altri manufatti, in periodi che, pensiamo solo a quello tra le due Guerre Mondiali, erano certamente molto “precari”.

Molto poetiche le installazioni “Il cinema è il migliore dei mondi possibili” curata da Ugo Adda ed Elisabetta Graziano e “La fabbrica della coscienza” curata da Soqquadro. Nella prima si esalta il valore dell’arte come strumento per superare gli ostacoli e risolvere problemi e del conflitto come possibile occasione di miglioramento della propria condizione esistenziale; insomma anche in questi “Tempi precari” si può trasformare la crisi in opportunità se solo la si fronteggia con la giusta impostazione mentale. Nella seconda le giovani di “Soqquadro”, laboratorio sperimentale promosso da Francesca Passaro, Liliana Leone, Luigi Passaro e Bianka Pacilio, danno nuova vita e nuova forma a ciò che appare senza più anima; materiale riciclato, dunque, per creazioni insolite, realizzate con riguardo e rispetto dell’ambiente. «“La fabbrica della coscienza” – spiegano – è il titolo della nostra istallazione. E’ un percorso che, come una catena di montaggio, si snoda attraverso tre temi: l’instabilità del quotidiano, la precarietà dei tempi e la presa di coscienza per un futuro diverso».

Da non dimenticare, infine, l’esperimento “sociologico” di Uànm web telestreet che anche stasera sarà in giro nei meandri di Castellarte per cogliere con le sue telecamere volti, spunti, parole, pensieri, per una lettura ironica e creativa del Festival.
Dedicato alle eccellenze territoriali lo spazio delle botteghe artigiane curato da Animarte, del consumo alimentare consapevole che fa del “chilometro zero” e della qualità i suoi punti di forza, dell’enogastronomia che si esalta nei tre D.O.C.G Taurasi, Greco di Tufo e Fiano di Avellino, ma anche nei formaggi, nei salumi e nelle mille ricette della tradizione contadina.
Nelle tre Aree del Gusto, perciò, i visitatori di Castellarte avranno modo di degustare la cucina tradizionale rivisitata dei fratelli Grieco dell’Osteria i Santi di Mercogliano, le carni alla brace e le sfiziosità dei fritti.
Sempre a proposito di positività giovanile, da segnalare il ritorno del Campo di lavoro del Servizio Civile Internazionale. «Quest’anno i ragazzi hanno lavorato di nuovo nella zona del Mulino per il ripristino delle antiche vasche e per realizzare una gradinata in pietra nei pressi di alcune di esse – spiega la responsabile del progetto Silvia Zarrellama parteciperanno anche a Castellarte, anzi alcuni di quelli che erano con noi lo scorso anno torneranno per conto proprio per stare con noi durante il festival».
Indicativi i commenti dei ragazzi come quello di Natasza (23 anni, Polonia) che è felice per aver avuto l’occasione di rendersi utile ed aver conosciuto a Mercogliano “molte persone fantastiche che hanno reso questa esperienza indimenticabile”; anche Michal (24 anni, Polonia) è soddisfatto del lavoro fatto ma soprattutto dell’accoglienza ricevuta qui dove “il mondo dovrebbe imparare cos’è lo spirito di accoglienza”.
HyeJung (Sud Korea, 22 anni) la reputa la più bella vacanza della sua vita per le persone conosciute “generose e gentili”, per il luogo e per il cibo; è una veterana Gaelle (Belgio, 29 anni) al suo sesto campo di lavoro e conquistata dalla generosità degli italiani; Angelina (Russia, 21 anni) è rimasta incantata dall’Italia e dall’esperienza vissuta con il gruppo a Mercogliano come Nikita (20 anni, Russia), Anne (Finlandia, 30 anni) e Aneta (Polonia, 38 anni) e Metehan (24 anni, Turchia) ambientatosi a tal punto da essere ribattezzato “il turco napoletano”.

Anche un avellinese, Michele (23 anni) nel gruppo che ha avuto modo di conoscere, oltre ai ragazzi del work-camp anche Mercogliano e Capocastello dove “si respira in questo periodo un’atmosfera fantastica”.

A coordinare il gruppo Marco (20 anni), al suo secondo anno a Capocastello, e Silvia (23 anni) organizzatori anche della “Festa dei saluti” che il 23 luglio il Campo Sci ha dedicato agli abitanti di Capocastello ed a Castellarte per ricambiare la calorosa ospitalità.

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