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Ciriaco De Mita: “oltre la crisi con Monti”. Il leader Udc ieri sera in città assicura: “Farò una campagna elettorale dicendo la verità”. Leggi tutti gli interventi del vicegovernatore Giuseppe De Mita, Pietro Foglia, Tommaso Saccardo ed il saluto del sindaco Carullo. Fotoservizio

Pubblicato in data: 8/1/2013 alle ore:17:04 • Categoria: Politica, UdcStampa Articolo

Farò una campagna elettorale come l’ho fatta la prima volta con la speranza e la volontà di ricostruire le ragioni dello stare insieme, Non abbiamo percepito che il sistema organizzativo delle strutture dell’apparato pubblico non sono più adeguate al corpo della società che è cresciuto”.
A spiegare le ragioni di un impegno diretto in questa campana elettorale a sostegno del governo Monti e dell’Udc è l’ex presidente del consiglio, Ciriaco De Mita, intervenuto ieri sera presso la sala convegni de “I Santi” in viale San Modestino all’incontro promosso dalla sezione cittadina dell’Unione di Centro di Mercogliano.
Al dibattito hanno partecipato il coordinatore cittadino dell’Unione di Centro, Tommaso Saccardo, il sindaco di Mercogliano, Massimiliano Carullo, il presidente della commissione consiliare Agricoltura presso il Consiglio regionale della Campania, Pietro Foglia ed il vicepresidente della Giunta regionale della Campania, Giuseppe De Mita.
Farò una campagna elettorale dicendo la verità – ha proseguito il leader di Nusco – per convincervi innanzitutto che il modo come noi abbiamo vissuto nella realtà italiana dal dopoguerra ad oggi va cambiato. E il paradosso è che in prospettiva dobbiamo aumentare i poteri di chi amministra il territorio perché chi vive sul territorio possa avere un margine in più di tranquillità. Se non riusciamo a ricostruire le ragioni di coesione della comunità, inizia ad essere anche difficile amministrare. Dobbiamo memorizzare che il punto di partenza è la crisi che abbiamo attraversato. Oggi è finito il rischio, ma non siamo in buona salute. Da questo punto di vista, non immagino che tutti noi dobbiamo avere la stessa opinione, ma le opinioni diverse si impegnino ad affrontare la questione e si trovi una soluzione”.
All’incontro presente lo stato maggiore del partito irpino con Maurizio Petracca, Enza Ambrosone e Vincenzo Sirignano. Oltre al sindaco Massimiliano Carulllo molti gli interventi di assessori e consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione.
Quando la politica c’è – prosegue Ciriaco De Mita –  esistono anche i partiti. E non come oggi che ognuno si sveglia la mattina e si fa un partito. Le primarie sono state fatte dai sindaci perché ognuno sindaco portava il suo territorio. Io non ho mai portato a Roma il mio paese, a Roma ho creato le condizioni perché si trovassero soluzioni alle questioni del territorio. Negli anni che vanno dal dopoguerra ad oggi abbiamo avvertito il condizionamento della pubblica opinione, ma siamo arrivati al punto che il cambiamento è vissuto come l’ipotesi di dare il potere nelle mani di uno solo. Ho la sensazione che nella pubblica opinione l’illusione avuta negli ultimi venti anni ha portato alla ribellione legata alla percezione dell’indifferenza della politica”. Da qui l’invito conclusivo dell’europarlamentare: “Questa campagna elettorale di dovrà servire, e questo sarà il mio impegno, perché ci sia la convinzione che senza questo percorso è difficile venirne fuori, e parlo soprattutto del nostro territorio. A voi non chiedo il voto, chiedo di ragionare, di riflettere e poi dopo potrete scegliere. E’ un’offerta ad aiutarci a vicenda. La politica non è candidarsi, è aiutare le persone ad aiutarsi”.
Il vicegovernatore Giuseppe De Mita nella sua articolata riflessione, attaccando il Pd e Berlusconi, ha evidenziato un pericolo: “Il momento che viviamo impegni ciascuno di noi più di quanto si possa immaginare. C’è l’esigenza di formarsi un’opinione sul voto, ma credo che sia il primo vero banco di prova per riflettere, in maniera emotiva e razionale insieme, alle ragioni che ci hanno portato in questa condizione. Il rischio è la rimozione, la dimenticanza di quanto ci ha portato nelle condizioni in cui siamo. Ed è la condizione più pericolosa e più scivolosa, pensare che questa fase si supera rimuovendo chi ci dice delle difficoltà che viviamo. Io ritengo che la posizione più pericolosa sia quella del Pd. Berlusconi ha in sé la sua dimensione bugiarda. E’ alla ricerca di un modo per sopravvivere e questo conserva ancora un suo rischio, ma è così smaccata che la sua non è una prospettiva, ma una parabola discendente. Ma il Pd, condizionato dalla parte sinistra, porta a ritenere senza introdurre criteri di cambiamento che ci possa essere una posizione di rimozione del problema senza che lo si affronti. Involontariamente, ma con l’intelligenza che gli va attribuita, chi ha scritto il certificato di incapacità del Pd a governare il Paese è il presidente Napolitano. E il Pd di oggi non è diverso da quello del novembre 2011. La circostanza di non averlo favorito per l’alternanza a Berlusconi è l’evidenza di come il sistema politico di quelle due proposte non avesse spazio e non funzionasse”.
Da qui le ragioni del sostegno a Monti: “soprattutto per il suo profilo di serietà significa che la difficoltà non può essere superata nello spazio di un mattino”. Un passaggio riservato anche alla Regione Campania: “Noi discutiamo come se i problemi in Regione Campania non avessero un’origine, ma avessero come una responsabilità soggettiva. Si dimenticano le ragioni gravi che hanno portato la Regione Campania a queste condizioni. Tutto quello che è stato lo sforzo è il segno di come ci si sia posti in termini seri affrontando le questioni, non nascondendoci dietro la circostanza che erano ascrivibili ad un’altra maggioranza, ma costruendo le condizioni reali di una nuova prospettiva. Non possiamo ritenere e far ritenere che un problema lo si risolve senza incidere nella sua causa profonda. Sulle montane abbiamo ereditato una situazione per cui il 18 giugno del 2010, giorno dello sciopero generale, non sapevamo come risolvere la questione. Ogni anno la Regione accendeva mutui per far fronte al pagamento degli stipendi. Quel giorno, pur avendo una soluzione alternativa, avendo ereditato 550 milioni di euro di buco che venivano coperti annualmente con i mutui bancari. Abbiamo inteso ritenere essenziali le prestazioni ed il recupero faticoso è stato su una riorganizzazione del settore. Abbiamo fatto un piano di riordino del comparto che significa riorganizzare le prestazioni e su questa indicazione programmatica il governo ha messo i fondi del Fase per i prossimi due anni le risorse del Piano di Azione e Coesione. Non possiamo dire a nessuno che tornerà tutto com’era prima. Ciò significa che nelle comunità spendiamo male e la questione non è drogare la piazza a dire che fanno bene a protestare. La questione è spiegare qual è la soluzione. Sono stato tra i pochi a prendersi i fischi in Alta Irpinia, ma siamo stati gli unici a distanza di un anno a dire qual era la soluzione possibile. Se inseguiamo la protesta senza riorganizzare una gerarchia sulla spesa non andiamo da nessuna parte. Non si tagliano i servizi, ma va ridotto lo spreco. Per fare questo non possiamo dimenticare le ragioni che ci hanno portato a questo. Quella di Monti perciò è un modo serio per affrontare le questioni del Paese e non è solo una proposta, ma è una richiesta di aiuto perché questa cosa non la si può fare da soli. Ne veniamo fuori solo se ci aiutiamo. La questione di rilievo è aiutare il sole a nascere e non tanto il posto in lista. Allora, chi vuole dovrebbe fare la campagna elettorale in prima persona per non far prevalere la dimenticanza, ma aiutare le cose a cambiare. Chi viene eletto non è un titolo di merito, ma rappresenta solo un’assunzione di responsabilità. Non dimenticare e aiutarci a cambiare: se facciamo la campagna elettorale così apriamo uno spazio molto più grande di quello che immaginiamo. E la questione sarà, quindi, non vincere le elezioni, ma aiutare il sole a nascere”.
Sostegno a Monti anche per il consigliere regionale Pietro Foglia: “Ci troviamo alla vigilia di un’elezione che rappresenta una svolta per il nostro paese: un appuntamento, non solo, ma anche un momento difficile. Dobbiamo capire che facciamo parte dell’Europa cedendo parte della nostra sovranità. Ci dobbiamo rendere conto che con quel suo sorriso, Berlusconi, ci ha portato sull’urlo del fallimento. Nel 2011 solo con la sagacia e la forza, il Presidente Napolitano ha messo a capo del governo una persona in grado di far riprendere l’Italia dopo 20 anni di disattenzioni. Venti anni retti da un governo non solo di centrodestra ma anche dal centrosinistra che non ha messo in campo quelle misure necessarie per evitare la deriva verso la quale ci eravamo avviati. Ma dobbiamo ricordare che il Presidente del Consiglio ci offriva una visione di Bengodi, di uno Stato che non esisteva. Noi dovremmo riflettere su queste cose prima del voto poiché eravamo stati abituati a vivere al di sopra delle nostre possibilità. Con Monti è stata riacquistata una credibilità in Europa”. Foglia attacca anche Berlusconi ed il Pd: “dovremmo parlare prima di sviluppo perché senza sviluppo non c’è crescita e dovremmo individuare le strade per questo sviluppo. L’agenda Monti rappresenta una dritta per la ripresa dell’economia. Noi per venti anni siamo stati rappresentati da persone che con il territorio non avevano nessun contatto perché risiedevano altrove. E quando si è parlato di riforma elettorale, questi scienziati del Pd hanno criticato il sistema delle preferenze. Loro tutelano solo se stessi, sono autoreferenziali e fanno questa buffonata delle Primarie dividendo le quote secondo le correnti. E non parliamo di quello accaduto in Irpinia. Quali sono i motivi che offrono questi riformisti? Si lamentano di Monti, ma con questa barzelletta delle primarie hanno occupato le televisioni per due mesi, unendosi a Vendola che dice tutto e il contrario di tutto. Una confusione che determina la mancanza di scelte politiche che possano determinare lo sviluppo. Noi dell’UDC ci presentiamo come una forza che vuole rappresentare i territori. L’esempio lo diamo in provincia di Avellino con Giuseppe De Mita e anche in altre province della Campania dove i rappresentanti vengono scelti dal partito, che è in grado di individuare la classe dirigente, cosa non fatta dal PD. Il programma è serio, fatto di persone serie e competenti che hanno dato conto del loro agire in Europa e nel mondo. Immaginate se si dovesse ripresentare ad un tavolo europeo Berlusconi o Bersani con Vendola. Per cui noi chiediamo il voto per l’UDC e Monti. Sulla regione l’abbiamo visto con l’ente elargitore di risorse economiche, per cui oggi ci troviamo con un debito di 800milioni di euro all’anno che scade nel 2048: le politiche sociali non possono essere a carico della regione. Le risorse devono essere gestite in modo appropriato. E’ finita l’epoca in cui si pagano le tasse per mantenere dei carrozzoni con direttori ecc. Ad Avellino abbiamo un tunnel dove non si vede la luce. Quanti milioni di euro sono stati buttati? Era proprio necessario farlo o fare qualche altra cosa? O di fare piazze e marciapiedi per i giovani che si sono poi scocciati ed andati via? E Caldoro che ha tirato fuori la Campania da un precipizio. Il tempo del passato è finito per tutti. Destra e sinistra sono della stupidità, ma oggi la validità delle parti si misura sulle idee e sulle proposte e l’UDC affinché l’Italia riprenda il cammino della crescita e dello sviluppo”.
A fare gli onori di casa l’ex sindaco Tommaso Saccardo che ha salutato i presenti ringraziando il presidente Ciriaco De Mita per la partecipazione: “Le dimissioni di Berlusconi erano necessarie. L’Italia era in un baratro finanziario e scelte dure erano necessarie. Su questo tracciato bisogna continuare. I sacrifici fatti sono stati notevoli. La prossima competizione elettorale si avvicina e sarà molto difficile. Il prossimo governo dovrà governare cinque anni estremamente difficili. Da questo punto di partenza bisogna scegliere anche la classe politica sul territorio. Questa è la classe politica territoriale a cui abbiamo fatto riferimento. Abbiamo fatto scelte dando anche risposte. Sul partito locale a Mercogliano mi sono impegnato nella costruzione. Ho impegnato tanti giovani che si sono impegnati nell’Udc con grande passione. La buona politica ha bisogno dei giovani”.
In apertura il saluto del sindaco Massimiliano Carullo: “Non sono candidato – scherza con Ciriaco De Mita -. Voglio fare i complimenti al presidente Saccardo perché in un momento di grande difficoltà in cui la regione non riesce ad elargire i fondi, è riuscito a pagare gli stipendi fino a settembre alla comunità montana. Stesse difficoltà per i piani di zona sociale. Abbiamo dovuto fare un decreto ingiuntivo alla regione. Siamo in un momento di grande difficoltà che si riflette in maniera determinante sugli enti locali. Come sindaci siamo in trincea con una lotta all’indigenza. Un filo spezzato c’è stato: le difficoltà della Regione Campania. Le problematiche ci sono. Paghiamo dazio in base a questa difficoltà endemica della regione di distribuire le risorse. Anche per il trasporto. E’ difficile garantire servizi essenziali ai sindaci. Questo poi ci dà la forza di andare tra la gente a chiedere il consenso. Chiedo che tu Giuseppe De Mita sia il numero uno a cui dico che il fondo per le politiche sociale è a zero. Non è possibile aiutare così le famiglie. Siamo in prima linea, ho una squadra forte e solidale chiamata a risolvere tanti problemi. Il 2013 sarà un anno ancora più difficile. E chi prende un impegno deve interfacciarsi per dare soluzioni possibili a chi soffre. C’è un allarmismo della povertà in Irpinia e lo dico davanti al presidente de Mita. La regione deve uscire dall’impasse. Ci vuole un progetto politico. Si fa sempre più difficile. La tua andata a Roma Giuseppe, che auspico, deve essere un impegno concreto per il territorio”.

Questi gli altri interventi nel dibattito: il consigliere Carmine Matarazzo:L’UDC non deve dimenticare il rapporto con il territorio. Riscontro delle carenze quindi ci auguriamo che qui stasera il presidente De Mita ci indichi la strada anche per una comunità di Mercogliano che ha tanti problemi”.
L’assessore Fabio Evangelista: “Questa legge elettorale ha creato una sorta di disaffezione con gli eletti. Per cui va recuperato un rapporto con il territorio. Chi sarà chiamato al parlamento deve recuperare tale rapporto, vista la disaffezione e l’allontanamento e la mancanza di rapporto tra eletto ed elettore. Di questo penso che abbia bisogno il nostro territorio. La crisi è peggiore di quella che sentiamo dire in televisione. O ci sarà un progetto economico o la classe politica rischia di essere spazzata via. Alla classe politica che si candida a guidare i processi, si chiede un’attenzione ai problemi della gente e al tessuto economico per fa ritornare la nostra Irpinia ai fasti di un tempo”.

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